E' di qualche giorno fa la notizia che, in provincia di Venezia, una ragazza di 22 anni, schiacciata e uccisa da un muletto dell'azienda doveva lavorava in nero, è stata regolarizzata a poche ore dalla sua morte.
Non possiamo che provare grande rabbia per l'ennesimo e tragico caso che ci mette di fronte a quella che per molti è la condizione lavorativa di oggi: una realtà fatta di precarietà ed estrema ricattabilità, di lavori in nero e sottopagati.
L'ennesimo caso che sarebbe passato sotto silenzio, non fosse per il risvolto ancor più agghiacciante che la vicenda ha avuto, e che in molti si affretteranno probabilmente a liquidare come 'un incidente' o 'una tragica fatalità', rimuovendo ancora una volta le pesanti responsabilità di chi quotidianamente ci impone di lavorare a queste condizioni.
E nel far pesare queste responsabilità non possiamo non pensare ai nostri neo-ministri dalla lacrima facile, pronti a mostrarsi addolorati nell'imporci misure di sacrificio, ma altrettanto solerti nell'approvare manovre di austerity che aprono la strada ad un futuro ancor più incerto e precario in materia di lavoro.
La notizia su Il Gazzettino.it
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