Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

mercoledì 28 maggio 2014

Sessualità e disabilità, una prospettiva queer?

Mercoledi 4 giugno 2014 ore 20.30
Presso il circolo Maurice glbtq
Via Stampatori, 10
 
Una discussione aperta sul tema promossa dal Maurice e dal Laboratorio Sguardi sui Generis:

Cosa accomuna disabilità, intersessualità, omosessualità e transessualismo? Forse la marginalizzazione e l'invisibilità dei loro corpi e delle loro vite. Nonché la patologizzazione, o la negazione, della loro sessualità, etichettata come non “normale” e in quanto tale non aderente al discorso egemonico che delinea l'ideale corporeo nel bianco eterosessuale normodotato.
In modo simile a ciò che accade alle persone lgbtiq, nella patologizzazione del corpo disabile si lede alla possibilità di vivere una sessualità serena. Al suo corpo non viene data la possibilità di scegliere una vita sessuale appagante, lo si passivizza, medicalizzando la propria esistenza. Il corpo disabile viene reso asessuato o gli si impone una sessualità compassionevole e caritatevole annullando la sua capacità di essere potenzialmente fonte di piacere e di vivere una sessualità attiva.
 L’idea che muove queste riflessioni è di portare avanti un dialogo e una discussione condivisa tra soggetti che riconoscono la forza critica delle esperienze corporee e sessuali marginali, potendo usare gli strumenti critici che il pensiero queer ci ha dato come punto di partenza comune.

venerdì 23 maggio 2014

Gli strumenti del padrone non smantelleranno mai la casa del padrone...


La prima volta che mi sono draggata, “travestita da uomo”, è stata un'esperienza molto forte, avevo letto del workshop drag king da qualche parte e mi ci ero iscritta, timidamente, aspettando l'ultimo secondo utile. Delle parole dette non ricordo molto - costruzione e decostruzione, performatività, parodia, svelamento – quello che, a distanza di tempo ed esperienze, continuo a ricordare meglio sono i riflessi di volti concentrati, intenti a cambiare fisionomia.
I peli, appicicati con cura sul viso, non diventano come d'incanto barbe vere, eppure sono tutt'altro che “posticce”, come le maschere di una scena teatrale, sanno trasfigurare la realtà mostrandone verità profonde. Per molt* draggarsi, almeno per la prima volta, è un'esperienza di forte ampliamento della percezione del sé, delle proprie possibilità di essere e, di riflesso, di comprensione corporea della rigida prescrittività nella quale ci troviamo a vivere quotidianamente.

Come Laboratorio organizzare un workshop drag king ha voluto dire provare ad attraversare collettivamente questo tipo di esperienza ampliandone la possibilità di analisi. Ci ha permesso di ricogliere e ricollocare quelle parole chiave di decostruzione capaci di mostrare e descrivere alcuni di quegli aspetti più normativi e falsamente neutri della società. “Giocare con i generi” significa saper rendere evidente la falsità della naturalità di maschile e femminile. Permette di evidenziare il persistere di un rapporto di potere asimmetrico tra uomini e donne e, non ultimo, mette in luce come l'eterosessualità si rappresenti oggi come un orientamento neutro rispetto ad altre scelte sessuali possibili, oscurandone la propria normatività. (Per un approfondimento sul fenomeno drag king in Italia rimandiamo a Il re nudo a cura di M. Baldo, R. Borghi, O. Fiorilli)

venerdì 2 maggio 2014

Ma voglio vincere nei miei termini

In collaborazione con Commonware.

Sarà in libreria nei prossimi giorni Sorella outsider. Gli scritti politici di Audre Lorde (Il Dito e La Luna, 2014).
È un testo di grande importanza, che introduce nel dibattito italiano il pensiero potente e radicale di una femminista “nera, lesbica, madre, guerriera e poeta”. Anticipiamo i testi “La poesia non è un lusso” e “Un’intervista: Audre Lorde e Adrienne Rich", accompagnati dall’intervista a Margherita Giacobino, che ha curato la traduzione.

Audre Lorde resta ancora pressoché sconosciuta in Italia, questa omissione delle traduzioni del suo pensiero nella nostra cultura femminista può essere riconducibile a razzismi e classismi che caratterizzano parte del femminismo stesso nostrano, o forse la parte più autorevole e visibile di un femminismo bianco privilegiato cattolico ufficialmente eterosessuale. Qual è l’importanza di tradurre il suo pensiero oggi in Italia?

Non posso rispondere sull’importanza di tradurre il pensiero di Lorde a nome di altre persone, né posso farlo per un movimento che non sono neanche sicura di conoscere. Posso rispondere per me, in base alla mia esperienza, di persona che frequenta il pensiero di Lorde da più di dieci, quindici anni; Da quando furono organizzati i primi corsi al Maurice di Letteratura Lesbica mi sono convinta che era un’autrice da tradurre e ancor più lo credo adesso che ho realizzato questo lavoro per il quale ho letto veramente tutto di lei e ci ho lavorato a fondo.
L’importanza di conoscere e tradurre il pensiero di Lorde a mio avviso risiede nel suo essere estremamente aderente alle realtà fattuali. Lorde ci spinge a prendere sempre coscienza di quelle che sono le nostre realtà di vita, di classe, anche (le realtà) economiche, e a non pensare in maniera astratta, che poi si finisce sempre per negare il punto di vista di chi pensa; Per negare una parzialità facendola diventare fittiziamente universale. E, poi, c’è il modo in cui lei unisce, in maniera molto coerente e molto onesta, la sua vita, il suo privato, il suo percorso dentro di se con il lavoro politico esterno. Questo è anche un altro aspetto che considero rispetto alla dell’Italia, la politica oggi è quel regno là, dove ci si sporca le mani, dove si fa solo compromesso, dove si hanno sempre sott’occhio altre priorità, altre urgenze; Lei invece su questo ci riporta veramente a un lavoro che unisce il privato, l’individuo, l’interiorità e la soggettività con il politico, ci indirizza cioè verso tutta una serie di pensieri, di iniziative che è possibile fare in campo strettamente politico ma – almeno per me è stato così – ci fornisce un grande aiuto anche per quanto riguarda la vita quotidiana.