Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

domenica 19 agosto 2012

Un corpo di donna va pur sempre bene. Note attorno all'immaginario della crisi


di SIMONA DE SIMONI

Si dice che l’estate sia il tempo delle letture leggere e a questo diktat sembrano piegarsi un po’ tutti producendo un peggioramento generale del già disastroso panorama giornalistico e “gossipparo” all’italiana. A questo fenomeno, che abusa della leggerezza trasformandola in stupidità, si accosta un’impennata di sessismo su cui vale la pena riflettere. L’incipit materiale per queste note estive lo offre la copertina del numero corrente di L’espresso: una giovane donna bruna, immersa nell’acqua marina fino alla coscia, orientata verso l’orizzonte ammicca al lettore-spettatore mediante una torsione del busto di centoottanta gradi circa. La sequenza corporea, dunque, mostra: sedere, seno destro di profilo, volto incorniciato dai capelli lunghi e scuri. Sul gluteo destro, grazie al costume leggermente scostato, si scorge – come tatuata – la bandiera greca. Ai piedi dell’immagine, in grande, la scritta “Un tuffo nella crisi” seguita da una breve didascalia esplicativa che informa il “lettore” sul contenuto del giornale.

Perché un corpo di donna anche per parlare di crisi? Per rispondere alla domanda bisogna togliersi dalla testa che il problema sia irrilevante, ovvero che l’immagine sia letteralmente insignificante. Per provare a comprendere la portata semantica e politica della figura, inoltre, è necessario sgomberare il campo anche dalle obiezioni di taglio meramente moralistico che tendono a rigettare l’immagine in quanto semplicemente inopportuna e offensiva.