Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

venerdì 27 maggio 2011

Da Torino: piena solidarietà alle compagne palermitane!

Non fosse per l’inquietudine che il crescendo repressivo dei sistemi di governo ci porta a provare sulla pelle ogni giorno di più, ci sarebbe davvero, parecchio da ridere.
E sempre più visibile è pure che i tempi di reagire al grottesco sono altroché maturi.

Contro le egemonie tutte, cattoliche, politiche, economiche, e i loro cani da guardia in caschetto blu, continuiamo a srotolare striscioni di protesta dalle finestre più alte di ogni palazzo alla faccia di tutti i più deliranti dispositivi di “sicurezza”!  

SOLIDARIETA' ALLE COMPAGNE PALERMITANE DENUNCIATE!


Di seguito, il link al comunicato del Collettivo Anillo De Fuego



giovedì 26 maggio 2011

Sguardi sulla precarietà: Dibattito @ InfoAut Festival

7 Giugno 2011
Parco Ruffini - Torino
Ore 18 - 21

Discussione a partire dal libro di Cristina Morini "Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo "

Biografie precarie a cura di:
Laboratorio Sguardi sui generis
Collettivo Anillo de Fuego
Collettivo Goghi & Goghi

Il Laboratorio Sguardi sui Generis partecipa all'Infoaut Festival anche con banchetti ed esposizione permanente per tutta la durata della manifestazione, dal 2 al 9 giugno.
Per info sul festival:  http://festival.infoaut.org/index.php


Lavoratori a progetto, free lance, partite iva individuali, contratti atipici, stage, in una parola: precarietà.
L'attuale condizione delle donne può essere interpretata solo all'interno dell'insieme dei dispositivi di un'economia fondata non solo sulla messa al lavoro della vita in generale ma sullo spostamento del baricentro della produzione dai beni materiali alle risorse cognitive, linguistiche, affettive, cooperative, sociali dei soggetti messi a produzione. 

lunedì 23 maggio 2011

IL TEMPO E’ SCADUTO, DOBBIAMO AGIRE ORA!

FERMIAMO LA DELIBERA CHE PERMETTE AL MOVIMENTO PER LA VITA DI ENTRARE NEI CONSULTORI!


25 MAGGIO ORE 18 PALAZZO NUOVO:
ASSEMBLEA PER DECIDERE INSIEME COME MUOVERCI IN VISTA DELL’8 GIUGNO, DATA IN CUI IL TAR DECIDERA’ SE IL MOVIMENTO PER LA VITA POTRA’ ENTRARE O MENO NEI CONSULTORI.

Ricordiamo che il 15 novembre scorso il consiglio regionale del Piemonte ha approvato il “”protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l'interruzione volontaria di gravidanza” firmato dall'assessore Caterina Ferrero, in giunta Cota. Tale delibera è in perfetta continuità con il “Patto per la vita e la famiglia” stretto da Roberto Cota con le frange più estremiste dell'area cattolica. In entrambi i provvedimenti la donna è schiacciata nel duplice ruolo di moglie e/o madre e nella delibera in particolare è esplicitata l'intenzione di privatizzare il sistema sanitario e di permettere l’ingresso degli integralisti cattolici antiabortisti del “Movimento per la vita” di entrare nei consultori ed entrare a contatto con le donne che vi accedono fin dal primo colloquio.
La maggioranza del consiglio regionale, qualche mese fa, ha rifiutato la richiesta, presentata dall'opposizione, di sospendere tale delibera. In seguito a questa decisione diversi sono stati i momenti costruiti in città per affermare la nostra opposizione al protocollo e parallelamente da parte di un'associazione di donne (La Casa Delle Donne) è stato presentato un ricorso al TAR.

L' 8 giugno, giorno della sentenza, sarà una data fondamentale in cui si andrà a decidere l’esito dell’ennesima battaglia che si sta giocando sui nostri corpi.

Contro il silenzio dei media.
Contro chi ritiene che le donne non siano in grado di decidere per se stesse.
Contro l’ingresso degli integralisti cattolici antiabortisti nei consultori.
Per riaffermare il nostro diritto all’autodetermin-azione.


ORGANIZZIAMOCI E LOTTIAMO!


Assemblea per l’Autodetermin-azione, Torino

domenica 22 maggio 2011

22 maggio 1978: la 194

Il 22 maggio del 1978 in Italia viene approvata la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, che permette alle donne di abortire in una struttura pubblica entro i primi 90 giorni di gestazione (o fino al quinto mese qualora la gravidanza comporti rischi di salute per la donna).
Anni di lotte e di denuncia della diffusa piaga dell'aborto clandestino avevano portato all'attenzione di tutti la questione dell'interruzione volontaria di gravidanza ed infine alla formulazione di una legge che eliminasse l'aborto dal codice penale e ne cancellasse dunque la caratterizzazione di reato.
La lotta per l'aborto, esplosa in Italia nel 1973, è stata una lotta radicale, che è passata attraverso autodenunce, occupazioni, arresti e cariche della celere e che non può essere ricondotta alla semplice rivendicazione di un diritto: parlare di aborto voleva dire parlare di autodeterminazione, di riappropriazione del proprio corpo, di messa in discussione di modelli sessuali e di rapporti tra uomo e donna vissuti ormai come retaggio del passato, da abbattere e cambiare nella costruzione di un futuro diverso.
Prima del 1978 tante donne si erano ritrovate a sperimentare la terribile esperienza di un aborto clandestino: chi poteva permetterselo andava all'estero, per tutte le altre c'erano le mammane, il prezzemolo, i ferri dal calza...(si stima che solo nell'anno di approvazione della 194 gli aborti clandestini siano stati 350.000).
Ricorrere a queste strade voleva dire mettersi in mano a sconosciuti, da sole, senza la minima garanzia sanitaria e andare incontro a grossi rischi per la salute.
Di aborto si moriva e chi sopravviveva rischiava la galera.
Oggi questa pratica è andata diminuendo ma per quanto riguarda l'Italia non può certo dirsi scomparsa: basti pensare alle tante donne migranti che non si rivolgono a strutture ospedaliere per paura di essere identificate e denunciate come clandestine.
Pur riconoscendo i limiti della 194, frutto di un compromesso tra quello che le donne chiedevano e ciò che lo Stato fu disposto a concedere, a 33 anni di distanza dalla sua approvazione nulla può essere dato come definitivamente acquisito e ci troviamo così a dover difendere questa legge da continui attacchi e messe in discussione.
Questi attacchi si declinano soprattutto a livello regionale con decreti che tentano di sdoganare la presenza di movimenti cattolici anti-abortisti all'interno dei consultori (con conseguenze che possiamo ben immaginare) ma stanno incontrando ovunque la resistenza di tante donne che, in continuità con le generazioni precedenti, si mobilitano per ostacolarne l'approvazione, consapevoli che ancora oggi il loro corpo rappresenta un campo di battaglia.
Difendere oggi la 194 vuol dire difendere un diritto acquisito con anni di lotte e affermare, oggi come allora, la volontà di decidere autonomamente sui propri corpi.

venerdì 20 maggio 2011

Questo è il contributo che come Laboratorio Sguardi Sui Generis distribuiremo durante il corteo del Pride di Torino il 21 Maggio.


migranti in tutti i sensi, migranti di genere e in genere, verso un corpo più nostro, verso un paese più familiare, verso una terra meno ostile
(P. Marcasciano)

Quanto distiamo da una terra meno ostile?
Dove corpo, provenienza, reddito e sessualità non siano motivi di respingimento? 

Europa. Europa e aria di crisi. Dove lo stato sociale si adegua alla priorità del mercato. Dove la rivendicazione di identità sessuali non normative è divenuta richiesta di diritti individuali. Dove le maggiori iniziative considerate dalle istituzioni riguardano la violenza omofobica, in linea con la più generale e grande preoccupazione contemporanea: la sicurezza.

Là dove regnano i confini alle libertà e la libertà alla scena economica, dove ognuno è misurato in base alla sua capacità di spesa.
Pink Pound per il gay bianco agiato, ma ognuno può trovar la sua misura, basta scegliere un colore.

Là noi non ci stiamo.
Non siamo una popolazione sotto tutela, un aspetto tecnico su cui legiferare,
siamo vite, esperienze, scelte.
Individui che vogliono autodeterminarsi.
Manifestiamo e lottiamo
con ogni tipo di soggettività.
Autodeterminazione contro ogni normativizzazione di corpi e identità.

Di fronte alla distanza che ci separa dall’esplosione di norme e confini
PRIDE LGBTQI*


Laboratorio Sguardi Sui Generis

venerdì 13 maggio 2011

Fuori il movimento per la vita dal salone del libro!




Oggi, 12 Maggio, doveva svolgersi all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino un incontro a cura del Movimento per la vita, con la presenza del presidente dell’associazione Carlo Casini.
Mentre l’incontro stava per avere inizio, un gruppo di donne appartenenti a varie realtà che nel territorio piemontese si battono contro il protocollo Ferrero e l’ingresso del Mpv nei consultori, hanno fatto irruzione all’interno dello spazio in cui si stava tenendo, per impedirne lo svolgimento.

mercoledì 11 maggio 2011

Seminario: CORPI SENZA DONNE

 


Proiezione del video di Elisa Giomi e Daniela Pitti: Se questa è una donna. Il corpo femminile nei messaggi pubblicitari.
A seguire interventi delle due relatrici sui dispositivi di de-umanizzazione del corpo femminile nei messaggi pubblicitari.
Discuteremo di alcune campagne pubblicitarie emblematiche per i temi trattati

Contributo dal blog Marginalia

12 Maggio 1977 - 12 Maggio 2011: per Giorgiana Masi

Sono passati 34 anni dall’uccisione di Giorgiana Masi.


Il 12 Maggio 1977, il colpo mortale dalla calibro 22, a soli 19 anni, Giorgiana lo ricevette dalle “Squadre speciali di polizia” sotto gli ordini della violenta e feroce repressione del ministro degli interni e capo della Gladio, Cossiga.
In quel giorno a Roma, il Partito Radicale organizzò una manifestazione in Piazza Navona, per celebrare il terzo anniversario della vittoria al referendum sul divorzio.
Opponendosi al divieto imposto da Cossiga, di manifestare per chiunque non facesse parte della cerchia istituzionale, caldamente accolto dall’asse del “compromesso storico” DC-PCI;  i manifestanti si riversarono nelle piazze.
Quel lungo pomeriggio vide la resistenza alle numerose cariche, le molte barricate erette vicino Campo dei Fiori e il lancio di bombe incendiarie e colpi d’arma da fuoco tra i manifestanti e le forze dell’ordine, che quel giorno raggiunsero il numero di circa 5000 tra poliziotti in assetto antisommossa schierati a reprimere ed agenti in borghese infiltrati con pistole e spranghe.
L’omicidio di Stato si compì nei pressi di Ponte Garibaldi ,dove due grosse motociclette dei vigili urbani montate da tre vigili in divisa e un uomo in borghese, arrivarono sul lungotevere all'angolo con piazza Belli.
Un vigile scese, impugnò la pistola e sparò ad altezza d'uomo, in direzione dei dimostranti in piazza Belli, dove Giorgiana venne raggiunta da un proiettile.
Le testimonianze sono concordi: i colpi vennero sparati da ponte Garibaldi, dove in quel momento, al centro, si trovavano carabinieri e poliziotti appoggiati ad una o due autoblindo.

lunedì 9 maggio 2011

Riflessioni e spunti: formazione e sessualità nelle scuole superiori

Dopo i recenti interventi del Laboratorio Sguardi su Generis in alcune scuole superiori torinesi, vi presentiamo, a partire da questa esperienza, alcuni spunti di riflessione.

Come compagne del Laboratorio siamo state contattate negli ultimi mesi da alcun* student* delle scuole superiori della nostra città, che ci hanno chiesto di intervenire durante le ore di autogestione per parlare con loro di sessualità, contraccezione, aborto. 

lunedì 2 maggio 2011

SEMPRE INCONCILIABILI!


Oggi il corteo del 1 maggio a Torino è stato contrassegnato dall'ingovernabilità e dal rifiuto di condividere la piazza con sindacati “gialli” e con il candidato sindaco sindaco del Pdl Coppola, presenze quantomai sgradite nella nostra città.

Da subito lo spezzone della Cisl si è trovato di fronte la ferma opposizione di quanti, stanchi delle retoriche sull'unità sindacale e dell'atteggiamento collaborazionista di questi personaggi, non ci stanno a vederli sfilare come se niente fosse, come se la vicenda Pomigliano e Mirafiori non fossero mai accadute e soprattutto come se loro non avessero precise responsabilità in quelle vicende!

La contestazione, organizzata dal network antagonista torinese, ha trovato consenso da gran parte del corteo che ha salutato e applaudito ironicamente lo spezzone della Cisl che, dopo ripetuti fischi e insulti, è stato costretto ad abbandonare il corteo uscendo di scena da una viuzza laterale.

Lo spezzone sociale, di cui noi facevamo parte, insieme a varie realtà autorganizzate, si è quindi ricomposto e ha proseguito fino in piazza San Carlo dove, dopo essersi impossessato del palco confederale, ha bruciato le bandiere di Cisl e Uil e dato voce alle istanze per cui quotidianamente lotta. Interventi da parte di un'esponente del movimento No Tav, dei comitati contro il nucleare e dei collettivi universitari e delle scuole superiori.

Lungo il percorso più volte è stato ricordato Vittorio Arrigoni e la sua lotta a fianco del popolo palestinese. Vittorio -un compagno come pochi- a lui è stata anche dedicata una partecipatissima versione di “Bella Ciao” cantata a gran voce dai presenti in piazza, lungo via Roma.

Per noi è stata senz'altro una gran giornata e l'occasione per manifestare l'inconciliabilità con le politiche del governo attuale. Governo che come unica “risposta” alla precarietà delle nostre esistenze, impone tagli, privatizzazioni, austerità, licenziamenti e sacrifici che spesso, in modo particolare vengono imposti alle donne, che nei loro piani dovrebbero svolgere la funzione di ammortizzatori sociali, viste le condizioni di smantellamento pressoché totale del welfare.
Noi non ci stiamo ed è per questo che abbiamo contestato Coppola, candidato sindaco del partito attualmente a governo!
Non dimentichiamo che questo stesso governo si oppone alla pillola abortiva Ru486 e si è fatto promotore della delibera Ferrero con cui si vorrebbero spalancare le porte dei consultori al Movimento per la vita; facendo la propria campagna politica sul corpo delle donne.

E ancora non avevamo fatto in tempo a digerire le retoriche sull'anniversario dei 150 anni dell'unità d'Italia in cui in area Pd si invitavano le donne a “rimettere al mondo l'Italia”, recuperando pericolosi parallelismi tra corpo delle donne e corpo della nazione, che ci è toccato assistere all'annessa campagna pubblicitaria che per questo primo maggio recitava: “Uniti per il lavoro” invitando all'unità sindacale.
Inutile dire quanto questa sia distante da noi, perciò abbiamo preso parte alla cacciata della collaborazionista Cisl.

Abbiamo recentemente raccontato la nostra precarietà e siamo scese in piazza oggi perché siamo stanche dei discorsi sulla condizione di precarietà intesa come una sfiga in cui si ritrovano in molti: noi sappiamo molto bene che ci sono i precari e i precarizzatori e sappiamo contro chi continueremo a lottare dopo il 1 maggio, il 6 maggio e oltre!

Il video della contestazione