Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

lunedì 12 dicembre 2011

Quando non si può dire la verità - riflessioni sul rogo della Continassa

E' da sabato sera che ne parliamo fra noi, che scriviamo sms ai compagni, alle compagne, ai genitori, incapaci di stare ferme di fronte ad un fatto tanto orribile, tanto schifoso, tanto significativo dei nostri tempi.
Ecco cosa succede quando non si può dire la verità, quando la morale ossessiona le famiglie sulla verginità delle figlie, tanto da obbligarle a frequenti visite ginecologiche per accertarne l’integrità.
Eppure la violenza è antecedente ai fatti accaduti, è già nata nella norma, morale o moralista che sia, per cui le donne devono essere perbene e, soprattutto, non devono avere una sessualità al di fuori dei sacramenti.

Sulla libertà di Adama, un caso 'normalmente eccezionale'

Segnaliamo l'intervista realizzata durante la puntata odierna di Interferenze con Paola delle rete Migranda, che ha condiviso con noi alcune riflessioni sulla liberazione di Adama dal CIE di Bologna (avvenuta qualche giorno fa) e sul lavoro che come rete portano avanti per la libertà dei e delle migranti.


Qui di seguito il pezzo 'Sorridendo, non senza durezza: considerazioni attorno alla libertà di Adama' pubblicato nei giorni scorsi su Migranda.


Adama adesso è libera, e riprende in mano una libertà comunque difficile, perché porta ancora i segni delle ferite lasciate da un uomo e da tre mesi di lunga, vuota detenzione in un Centro di identificazione ed espulsione. Ora giunge il tempo di fare alcune considerazioni che vanno al di là della gioia e del nostro lungo sorriso per aver contribuito alla libertà di Adama. Ora s’impone una presa di parola, affinché la sua storia e la nostra voce non restino singolari e non si spengano nel clamore improvviso di un caso eccezionale.

martedì 6 dicembre 2011

Di lavoro si muore

E' di qualche giorno fa la notizia che, in provincia di Venezia, una ragazza di 22 anni, schiacciata e uccisa da un muletto dell'azienda doveva lavorava in nero, è stata regolarizzata a poche ore dalla sua morte.
Non possiamo che provare grande rabbia per l'ennesimo e tragico caso che ci mette di fronte a quella che per molti è la condizione lavorativa di oggi: una realtà fatta di precarietà ed estrema ricattabilità, di lavori in nero e sottopagati.
L'ennesimo caso che sarebbe passato sotto silenzio, non fosse per il risvolto ancor più agghiacciante che la vicenda ha avuto, e che in molti si affretteranno probabilmente a liquidare come 'un incidente' o 'una tragica fatalità', rimuovendo ancora una volta le pesanti responsabilità di chi quotidianamente ci impone di lavorare a queste condizioni.
E nel far pesare queste responsabilità non possiamo non pensare ai nostri neo-ministri dalla lacrima facile, pronti a mostrarsi addolorati nell'imporci misure di sacrificio, ma altrettanto solerti nell'approvare manovre di austerity che aprono la strada ad un futuro ancor più incerto e precario in materia di lavoro.


La notizia su Il Gazzettino.it

lunedì 5 dicembre 2011

ANCHE AL GOVERNO, LE DONNE PIANGONO


Nella conferenza stampa della "manovra" che il governo tecnico ci propone, leggiamo tra le righe – ma anche nelle parole esplicitamente pronunciate – una spaventosa presentazione delle "riforme" che ci vogliono far subire.
Come donne, ragazze precarie, studentesse, abbiamo ben presente che la crisi non è neutra al genere e che i tagli allo stato sociale prevedono una vittima, sopra tutte le altre: la donna, caricata del compito di sopperire a tutte le mancanze pubbliche in fatto di cura, una strada di riforme ben segnata da Sacconi nel suo Libro Bianco, da cui nessuno dei successivi governanti si è discostato di una virgola.
Nel nuovo governo, eletto dal mercato e dalle banche, è emblematica la presenza e la portata "riformista" della neoministra al Welfare, Elsa Fornero, cresciuta e coccolata in casa San Paolo-Intesa S.p.A.
Allo stesso modo non ci sono sfuggiti i nodi principali della sua riforma pensionistica lacrime e sangue: per chi prevedeva di andare in pensione a breve, si prospetta un livello pensionistico da fame che viene proposto gradualmente, con un periodo di transizione dal sistema attuale che a null'altro serve se non a farci digerire il boccone amaro di una vecchiaia senza dignità. Soprattutto non è previsto alcun differenziale di età pensionabile in termini di genere  - che  da  anni costituisce il palliativo dato alle donne in cambio di un'esistenza consacrata al lavoro riproduttivo non retribuito -  che va ad aggiungersi alle condizioni di maggiore saltuarietà e precarietà del lavoro salariato femminile.
È drammatico che la ministra tenti di appropriarsi di concetti come "reddito minimo garantito", che nella sua visione non rappresenta per nulla la garanzia di un diritto di esistenza nella precarietà che ci impone il capitalismo attuale, ma solo un palliativo e un paciere sociale contro lo scontento delle classi subalterne, e non riusciamo ad immaginarci come il pareggio dei conti pubblici paventato per il 2013 possa conciliarsi con questa proposta, facendone ancora di più uno specchietto per le allodole per distrarci, al pari con il milione di posti di lavoro propagandato da Berlusconi in campagna elettorale.
Le lacrime teatralmente spuntate al pronunciare la parola 'sacrificio' non suscitano in noi nè empatia nè vicinanza, ma ancora più forte fanno esplodere la nostra rabbia nei confronti di chi il sacrificio ce lo impone, e che proprio non riesce a farcelo digerire.
Quale banale rappresentazione del femminile sociale, emotivo e votato alla compassione ci ha proposto il ministro!
Quando si parla di "Se non le donne, chi?" questo vuole essere il personaggio politico rappresentativo delle donne di potere? Quelle che ti tolgono anche la pelle per venderla al mercato, e poi ne piangono come se fossi un/a figliolo/a, come una madre che ci manda a dormire senza cena, "ma per il tuo bene, così impari", e via di lacrimuccia.
Noi le lacrime mediatiche le rispediamo al mittente, a noi le lacrime danno la nausea, noi urliamo di rabbia per i piani che fanno sulle nostre vite e sul nostro futuro, non ci commuoviamo all'idea dei sacrifici, noi lotteremo  per avere ciò che ci spetta, fino all'ultima briciola!

giovedì 1 dicembre 2011

Dall'assemblea 'Nessuno spazio al Movimento per la vita!'

Il 28 Novembre a Palazzo Nuovo si è svolta un'assemblea informativa a proposito dell'intervento dei movimenti per la vita all'interno dei consultori pubblici, che ha visto il contributo del nostro Laboratorio (Sguardi Sui Generis), quello de Le Ribellule di Roma e quello delle Mujeres Libres di Bologna.
Proprio il fatto che fossero presenti tre collettivi che si occupano di questa tematica, ciascuno nei propri territori, è un elemento sul quale riflettere. Il primo dato emerso è infatti la trasversalità degli attacchi all'autodeterminazione delle donne ed alla legge 194: sia in Emilia Romagna che in Lazio che in Piemonte le varie giunte regionali stanno elaborando protocolli pressoché identici fra loro e che vanno tutti esattamente in questa direzione; anche in Lombardia si stanno promuovendo delibere simili.
Numerosi interventi fatti da donne presenti all'assemblea hanno chiarito infatti come anche nella regione lombarda la situazione dei consultori pubblici e l'aumento esponenziale dei medici obiettori sia un primo grande ostacolo che si pone di fronte alla donna nel momento in cui volesse scegliere di interrompere una gravidanza.
Il tema del turn over dei medici e dell'obiezione di coscienza è stato quindi un altro elemento di discussione: oltre ad avere ricadute sulla possibilità stessa di interrompere la gravidanza, è un elemento allarmante pensando soprattutto in prospettiva futura.
Il fatto che siano principalmente medici giovani ad essere obiettori porta a riflettere sulle condizioni in cui, chi decide di occuparsi di interruzione di gravidanza, si trova a lavorare. Sotto le crescenti pressioni prodotte dal rafforzamento dell'ideologia antiabortista, questi medici si ritrovano infatti schiacciati da un sovraccarico di lavoro che li porta a svolgere quasi esclusivamente l'aborto, senza poter esprimere la propria professionalità a 360° e subendo continuamente le tensioni di un lavoro stigmatizzato.
Simili condizioni rispecchiano sempre meno la possibilità di scelte reali su come dedicarsi alla professione ginecologica quanto piuttosto lo smantellamento di un generale concetto di autodeterminazione dei soggetti.
Tutto questo a partire dall'attacco diretto alla libertà di scelta delle donne.

Vi proponiamo alcuni video tratti dall'assemblea:
La legge Tarzia (Lazio)
La legge Bignami (Emilia Romagna)
I casi di Forlì, Modena e Correggio
Intervento dal pubblico su turnover dei medici e obiezione di coscienza

venerdì 25 novembre 2011

25 novembre 1960: Le sorelle Mirabal

[da Storia di Classe - Infoaut.org]


Le attiviste politiche sudamericane Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa Mirabal vengono uccise in un campo di canna da zucchero il 25 novembre 1960, subito dopo aver fatto visita ai mariti reclusi in carcere.

Chiamate ''le farfalle'', prima che la cieca violenza del regime interrompesse il loro volo verso la libertà, le sorelle Mirabal ebbero il coraggio di lottare per la libertà politica del loro paese, la Repubblica Dominicana, opponendosi ad una delle tirannie più spietate dell'America Latina, quella del dittatore Rafael Leònidas Trujillo, giunto al potere nel 1930 attraverso elezioni truccate.
Già negli anni della loro gioventù Mercedes, Maria e Antonia si scontrarono contro un ambiente politico e sociale tirannico e brutale, che subito risvegliò le loro coscienze sulla necessità di libertà e rispetto dei diritti delle donne dominicane. Quando Trujillo salì al potere con l'aiuto degli Stati Uniti, la loro famiglia (come altre nel paese) perse quasi totalmente i suoi beni, prima nazionalizzati, poi incamerati direttamente dal dittatore nei suoi beni privati.

L'impegno delle giovani sorelle prese il via nel 1960, dopo essersi sposate e aver finito gli studi, con la fondazione del Movimento 14 di Giugno, sotto la direzione di Manolo Travares Justo, dove prima Minerva e poi anche Maria Teresa usarono come nome in codice ''Mariposas'' (''farfalle'').
L'organizzazione trovò ben presto favori in tutte le zone del paese, che si organizzarono in nuclei ben strutturati; il movimento venne però scoperto del gennaio del 1960 dalla polizia segreta di Trujillo, il SIM (Servicio de Inteligencia Militar), e suoi membri vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal e i loro mariti; molti altri furono trasferiti nel carcere della città di ''La 40'', carcere di tortura e morte.
Alcuni mesi dopo Mercedes, Maria e Antonia vennero liberate ma i loro coniugi restarono reclusi e vennero trasferiti nel carcere di Puerto Plata.
Il 25 novembre Minerva e María Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria e dell'autista Rufino de la Cruz. Intercettate sulla strada del ritorno dagli agenti del SIM, furono condotte in un canneto e subironoo crudeli torture prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana.

Coperte di sangue, sfregiate dalle coltellate, furono strangolate, messe nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio con lo scopo di simulare un incidente.
L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse gran dolore in tutto il paese e fortificò lo spirito patriottico della comunità, desiderosa di raggiungere un governo democratico che garantisse il rispetto della dignità umana.

Il 17 dicembre 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse la data del 25 novembre come ''Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne'', in omaggio alle sorelle Mirabal.

sabato 19 novembre 2011

#OccupyTorino!

Il 17 novembre è la giornata internazionale per il diritto allo studio. Quest'anno le studentesse e gli studenti hanno deciso di allargare le parole d'ordine della manifestazione e di includere, oltre ai temi che appartengono più prettamente al mondo scolastico, anche l'imprescindibile tema  della crisi e delle connesse politiche di Austerity.
A Torino è stata quindi un'altra giornata di lotta e resistenza! Una manifestazione caratterizzata dalla determinazione di migliaia di student*,  lavorator* e precar*, che ancora una volta alla propria rabbia hanno visto opporre i manganelli della polizia e la loro violenza.
Il corteo, convocato in occasione della giornata internazionale di mobilitazione studentesca, è partito da Piazza Arbarello, ormai simbolo delle lotte studentesche,  per poi snodarsi in direzione di Confindustria, un'istituzione nota a tutti gli studenti in quanto complice della riforma Gelmini che si è abbattuta sugli Istituti superiori così come sulle Università.
''Anche con Monti non tornano i conti'': così recitava lo striscione d'apertura, a sottolineare come la salita al potere di Monti e le nomine ministeriali successive non siano eventi da festeggiare, ma ancora una volta da contrastare attraverso pratiche di opposizione al debito e alle manovre di austerity poiché le richieste della Bce rimangono invariate.
Come donne, precarie, studentesse rifiutiamo in toto questo ricetta preconfezionata che prevede come priorità il salvataggio delle banche e, come salvatori della patria, gli stessi politici e banchieri che non solo hanno creato la crisi ma che, quotidianamente, speculano e ne traggono profitti.
Dopo la breve tappa a Confindustria, il corteo si è diretto a passo spedito verso la zona finanziaria della città: l'appuntamento era stato infatti lanciato nelle settimane precedenti da diverse realtà con l’intento dichiarato di andare ad occupare Bankitalia, cuore del potere finanziario cittadino e diretta responsabile di una crisi che quotidianamente viene riversata su chi non ha contribuito a crearla.
Quattro sono state le violente cariche subite dai manifestanti che, pacificamente, hanno cercato di aggirare la zona rossa creata attorno a Bankitalia e di continuare la propria protesta.
Cariche di una violenza spaventosa, che sono arrivate fin dentro ai portoni, alle librerie e ai negozi del centro e che hanno dimostrato ancora una volta quale sia l'azione immediata e diretta dello Stato verso coloro che non vogliono assoggettarsi alle sue manovre. Senza alcuno scrupolo, poliziotti e agenti della digos hanno malmenato ragazzi e ragazze anche giovanissimi, fermandone cinque e tenendoli in questura fino a tarda sera.
Nonostante le cariche, il corteo ha saputo sempre ricompattarsi e, unito, è andato ad occupare la Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino, per chiedere l’immediata liberazione dei fermati.
Lì davanti si sono susseguiti tantissimi interventi che hanno rimarcato l'importanza della giornata, invitando tutti quanti all'appuntamento serale davanti a Bankitalia, convocato una settimana prima dall'assemblea #OccupyTorino.
Anche a questo appuntamento i manifestanti si sono trovanti davanti ad una vera e propria militarizzazione della zona che li ha tenuti nuovamente lontani dal loro obiettivo, sebbene l’intento fosse semplicemente quello di radunarsi davanti a Bankitalia per un’assemblea.
Ancora una volta le forze dell’ordine si sono schierate dalla parte di un potere che sta lacerando l'Italia intera, dalla parte di una crisi che viene percepita ormai da tutti e tutte ma da cui si cercano uscite di emergenza con le manovre ed i tagli che ben conosciamo e percepiamo tutti i giorni.
Schierate tutt’attorno ai palazzi del potere, hanno impedito a chi era in piazza di manifestare il proprio dissenso, la propria rabbia, il proprio dolore.
Tutto questo non ha però fermato la determinazione di quanti sentono su di sé il peso della crisi, la sentono in casa, al lavoro, quando accompagnano i bambini a scuola, quando vanno al supermercato a fare la spesa, e che altro non hanno che la propria voce per farsi sentire.
La giornata di giovedì è stata solo l'inizio di un percorso ormai condiviso da decine di migliaia di persone in tutto il mondo, un percorso che vuole seguire le orme di New York, di Madrid e di tante altre città, e insieme a queste cacciare politici e banchieri sotto un unico slogan: ''Que se vayan todos!''

Laboratorio Sguardi Sui Generis

venerdì 11 novembre 2011

Smontando il caso 4F

Domenica 13 novembre sulle libere frequenze di Radio Blackout sui 105.250 a partire dalle 16  Interferenze farà un approfondimeno sul caso Desmontaje 4f http://www.desmontaje4f.org/it
Ovviamente potete ascoltare la radio anche attraverso lo streaming! http://radioblackout.org/streaming/
 

martedì 8 novembre 2011

Nella memoria l'esempio, nella lotta la pratica!

Pochi giorni fa è morta Nori Brambilla Pesce, partigiana, la compagna del comandante Visone, Giovanni Pesce.
Vogliamo ricordarla con queste sue parole: "Eravamo giovani, ci sentivamo belle, allegre. E' giusto che venga fuori anche questa nostra normalità. Non eravamo incoscienti, sapevamo di correre dei rischi. Ma volevamo un'Italia diversa, libera, e non c'era altra scelta oltre a quella di resistere e combattere".

Di seguito pubblichiamo un video in cui racconta la propria esperienza di partigiana:

No al movimento per la vita dentro i consultori! Comunicato dell'assemblea plenaria del Feminist Blog Camp contro gli attacchi regionali all'autodeterminazione delle donne

Siamo donne, ragazze, studentesse, precarie, disoccupate, provenienti da differenti città, appartenenti a collettivi di genere e percorsi di autodeterminazione. Da tempo siamo impegnate nelle nostre regioni a contrastare quelle politiche sociosanitarie che minano, seppur in modi differenti, l'autodeterminazione delle donne in tema di scelta di maternità; in particolare l'introduzione del volontariato pro vita nei consultori e la privatizzazione dei servizi sanitari che si accompagnano a quella capillare diffusione dell'obiezione di coscienza come vero e proprio dispositivo per normare le nostre condotte e sessualità. Il Feminist Blog Camp è stata per noi occasione di incontro e condivisione. Un incontro dal quale non abbiamo potuto che trarre conferma all'idea che questi attacchi siano assolutamente trasversali e che le singole regioni rappresentino il laboratorio di un disegno più ampio, volto a generalizzare questo modello sociosanitario in tutta Italia.
La nostra risposta politica dunque non può che essere unitaria, intersecando i singoli percorsi di lotta regionali: quelli relativi alle normative sui consultori, all'iter della pillola RU486 e quello dell'interruzione volontaria di gravidanza, contro l'introduzione del movimento per la vita nei consultori, al quale ribadiamo che non daremo alcuno spazio. Intendiamo dunque coordinarci su due livelli, uno informativo rispetto alle condizioni delle singole regioni, l'altro volto a individuare una linea comune di contrasto verso quanto sta accadendo.
Vogliamo perciò costruire delle tappe di confluenza delle rispettive lotte nei nostri luoghi di battaglia, nelle scuole, nelle università, nei consultori, per dare vita ad una rete, nella speranza che il percorso intrapreso conduca ad un momento di confronto e lotta unitario.

Nessuno spazio al movimento per la vita in ospedali, consultori e scuole!
Fuori gli obiettori dalle nostre vite!



Assemblea plenaria Feminist Blog Camp
Laboratorio Sguardi sui Generis - Torino
Le Ribellule - Roma
Mujeres Libres - Bologna
Consultoria Autogestita - Milano
Assemblea Le De'Genere - Terni
Femminismo a Sud
xxd - rivista di varia donnità
Vengoprima! - Venezia
Frequenze di genere - Bologna
Femminile Plurale
Un altro genere di comunicazione
Collettivo LeGrif – Pisa
Comitato Donne 13 Febbraio – Pisa
women.it/Orlando

domenica 6 novembre 2011

Domani ore 17.30 riunione del Laboratorio Sguardi sui Generis

Domani alle ore 17.30 si terrà a Palazzo Nuovo nella stanza UniLotta la consueta riunione del laboratario, se l'università fosse chiusa la riunione verrà rimandata.
Quella di domani sarà la prima riunione dopo il feminist blog camp, quindi vorremmo:
- condividere le prime valutazioni a proposito del FBC
- ragionare collettivamente sui percorsi che si sono aperti a partire da questa esperienza, in particolare rispetto alla creazione di una rete nazionale per contrastare i movimenti per la vita (prime iniziative sul nostro territorio e momenti informativi)
- crisi: analisi della fase e partecipazione del laboratorio ad OCCUPY TORINO 11/11/11
La riunione è come sempre aperta a tutt*, dato che è la prima volta che ci riuniamo dopo il camp ci piacerebbe condividere le valutazioni anche con chi non ha mai partecipato al laboratorio ma fosse interessat* a raccontare come ha vissuto la 3 giorni appena trascorsa...a domani!

sabato 5 novembre 2011

Sulle politiche di Facebook in materia di contenuti sessisti...

Segnaliamo interessante articolo pubblicato dal The Guardian sulle politiche di Facebook in materia di contenuti sessisti e incitanti alla violenza di genere. Ringraziamo le compagne di Femminismo a Sud per la traduzione!


Facebook appoggia i discorsi di incitamento all’odio, fin quando sono diretti alle donne.
L’analogia con le battute da bar fatta dal social network per difendere la propria decisione di non cancellare le pagine pro-stupro è ripugnante!

Di Cath Elliott

Non importa quanto a fondo io abbia consultato i “termini e condizioni d’uso” di Facebook, non sono ancora riuscita a trovare il pezzo in cui si afferma che: “Come Humpty Dumpty, Facebook ha la piena libertà di interpretare le parole usate in questo documento in qualunque maniera ritenga più opportuna.” Eppure questo è quello che i dirigenti di Facebook hanno inequivocabilmente fatto: hanno dato alle parole il significato che desideravano, altrimenti avrebbero eliminato da mesi le pagine che promuovono lo stupro e altre forme di violenza contro le donne.

Immagini dal FBC..

Con grande emozione pubblichiamo un video che attraverso le immagini ci parla del FBC..portiamo nel cuore le emozioni provate durante la 3 giorni, e nel cervello la consapevolezza di essere tante, determinate, e finalmente, in rete fra noi.

Video FBC

domenica 30 ottobre 2011

Voci dal FBC!

Riportiamo le interviste ad alcune partecipanti al FBC, registrate durante la puntata odierna di Interferenze...una puntata speciale interamente dedicata al camp e che per l'occasione è stata trasmessa dal centro sociale Askatasuna mentre era in corso l'assemblea plenaria conclusiva dell'evento.

Lalli

Slavina

Alessia

Prime valutazioni ed entusiasmi da FBC!

La seconda giornata del Feminist Blog Camp giunge al termine. È stato un finesettimana intenso, ricco di workshop e dibattiti, di autoformazione e momenti di socialità. Domani pomeriggio la plenaria concluderà il programma della tre giorni. Nel frattempo - fra un reading rigorosamente, anzi “ferocemente” femminista e gli ultimi turni di autogestione in cucina - proviamo a tracciare un breve resoconto di questi due giorni di percorso politico e collettivo.

Il programma è cominciato ieri mattina con una conferenza d'apertura condotta da Femminismo a Sud e Sguardi sui Generis. È stato presentato il camp, il modo in cui si è sviluppata l'esigenza di questo incontro di corpi, pratiche e saperi a partire dalla rete delle relazioni politiche che ogni giorno intrecciamo e agiamo sul web. Dalla prima ideazione da parte di Femminismo a Sud, fino alla sua messa in opera, passando attraverso l'adozione di questo progetto da parte del nostro collettivo e del centro sociale Askatasuna, è stato tracciato l'itinerario di quella densa attività progettuale/relazionale che ha visto coinvolti più di 100 fra blog e collettivi per rendere possibile questo incontro.
Da allora si sono susseguiti gli arrivi, i pranzi e le cene autogestiti, i momenti di condivisione di pratiche e saperi, disegnando i contorni di un densissimo intreccio politico e relazionale. Un intreccio che, nella concreta confluenza di soggetti, tecnologia e prospettive politiche, apre un nuovo spazio di discorso e ampio respiro ai temi che agiamo quotidianamente nel mediattivismo e nelle lotte, confermandoci nella necessità di un approccio trasversale che valorizzi le pratiche femministe nella loro capacità di intersecarsi e dialogare, che si allarghi alla nostra presenza nelle lotte e nelle rivendicazioni dei movimenti. Nella convinzione che, da un lato, gli attacchi che si stanno dando all'autodeterminazione delle donne siano trasversali, come dimostrato dalle analogie fra i percorsi di legge che in molte regioni minano l'autodeterminazione in tema di maternità; dall'altro che le pratiche di genere non possano che dialogare con le istanze politiche e costituenti che si stanno dando in movimenti sociali sempre più ampi, aggregatisi sotto la parola d'ordine di “Noi la crisi non la paghiamo”. Di qui i confronti e le discussioni su temi quali la precarietà e il welfare, l'antisessismo nei movimenti, le pratiche conflittuali messe in campo dai percorsi di genere, i meccanismi di valorizzazione economica delle reti relazionali nel web.
Un evento che dunque supera ogni nostra aspettativa in termini di entusiasmo e partecipazione, che costituisce una ricchezza inestimabile per condivisione, riappropriazione di spazi e saperi e socialità sempre politica. Nella speranza che la plenaria di domani possa aprirci alla prosecuzione di questo percorso comune, chiudiamo invitandovi tutt* a continuare a partecipare numeros* e rimandando alla puntata di Interferenze di domani, sulle libere frequenze di Radio Blackout, per gli ultimi aggiornamenti.

venerdì 28 ottobre 2011

Diretta dal FBC!!

Segui in streaming giorno per giorno il FBC

Stanza 1

Stanza 2

Stanza 3

Finalmente è iniziato il FBC!

..vi scriviamo dall'Askatasuna, i lavori sono iniziati!
Dopo una prima assemblea mattutina, momento in cui finalmente abbiamo iniziato a conoscerci reciprocamente per condividere le aspettative e le prime impressioni rispetto alla tre giorni, sono subito partiti i primi workshop.
In questo momento si stanno svolgendo un w. di scrittura creativa ed un w. sull'uso consapevole della comunicazione, i lavori proseguiranno fino a sera, e per chiudere in bellezza questa prima giornata festeggeremo tutt* insieme il primo compleanno di XXD..vi aspettiamo!

giovedì 27 ottobre 2011

Video della prima conferenza stampa..il FBC sta arrivando!!!

Di seguito il link, vi aspettiamo tutti e tutte domani mattina alle 11.00 presso il CSOA Askatasuna..finalmente si parte!!
http://www.youtube.com/watch?v=m1nqwqrqAoo

lunedì 24 ottobre 2011

Video Lancio Feminist Blog Camp

A pochissimi giorni ormai, ecco il video!

Le donne della Valsusa si danno da fare: sappiamo cucire ma anche tagliare!

Segnaliamo l'intervista ad Ermelinda del movimento No Tav realizzata ieri ad Interferenze durante l'iniziativa "Diamoci un taglio!"

sabato 22 ottobre 2011

Movimento per la vita...un pugno nello stomaco!






Questa mattina, presso la sala congressi "Piccola casa della Divina Provvidenza" di Torino, si è svolto un incontro dal titolo "Europa Volontariato e Vita", promosso dalla Federazione nazionale dei movimenti per la vita e dai centri di aiuto alla vita del Piemonte.
Di seguito alleghiamo alcuni estratti dell'incontro per documentare quanto ci siamo trovate a fronteggiare: una situazione raccapricciante che chiarisce una volta per tutte i messaggi promossi dai volontari del Movimento per la vita.
E' evidente lo stalking che le donne subiscono trovandosi di fronte queste persone: l'insistenza delle telefonate raccontata ed il linguaggio estremamente violento utilizzato dall'ostetrica ne sono la riprova. I video della conferenza mostrano, inoltre, la ricorrenza dei temi dell'assassinio, del macello e della fede in Dio come fondamento di ogni scelta in tema di maternità, a prescindere da qualunque possibile divergenza personale dal modello più retrogrado e oscurantista di cattolicesimo in circolazione.
Pochissime volte è stata pronunciata la parola DONNA. Non che questo avrebbe reso più piacevole il pugno nello stomaco che abbiamo subito questa mattina, la violenza che ci siamo inflitte assistendo a questa conferenza. Tuttavia avremmo perlomeno potuto dedurne un loro maggiore contatto con la realtà. Ci consolidiamo invece nella certezza che i loro valori "positivi, accoglienti, concilianti" siano costruiti sulla rimozione violentissima dei soggetti e delle relazioni concrete, a vantaggio di una ideologia astratta e disumana.
Durante la conferenza abbiamo anche assistito ad un breve intervento del governatore della regione Roberto Cota, ospite d'onore ad un incontro che riguarda tematiche sulle quali la Regione si sta spendendo in prima linea (vedi protocollo Ferrero e il Patto per la vita e la famiglia).  Da sottolineare che i fondi regionali, stanziati a favore di queste associazioni, provengono dalle nostre tasse!
Crediamo che non ci sia niente che possa raccontare questi personaggi in maniera più efficace di vederli e ascoltarli nei loro comizi. Siamo certe del fatto che dopo averlo fatto, saremo ancora più forti nella convinzione che vada loro negato ogni spazio di agibilità all'interno di consultori, ospedali e scuole!

venerdì 21 ottobre 2011

video intervista di presentazione del feminist blog camp!

Questo il link alle interviste ad alcune di noi fatte da torino 2.0 che ringraziamo!

http://torino.blogosfere.it/2011/10/feminist-blog-camp-le-videointerviste-di-torino-20.html

Chiediamo a chiunque ne abbia o ne stia realizzando altre o abbia scritto dei post sul fbc di inviarceli per la pubblicazione...Ormai manca davvero pochissimo!

domenica 16 ottobre 2011

GRAZIE ROMA. RIFLESSIONI SUL 15 OTTOBRE


Torino, 16 ottobre, tardo pomeriggio.
Ieri a Roma si è svolta una grande manifestazione, una delle tante che – in un climax ascendente, da un po' di tempo a questa parte – vede un'intera generazione imporsi sulla scena politica. Il filo che lega tempi e luoghi di questa esplosione costituente pronta a travolgere l'Europa può essere riassunta con i due slogan “noi la crisi non la paghiamo” e “que se vayan todos” (a cui qualcuno aggiunge – a ragione – “ma proprio todos”). I due motti della piazza inquadrano gli ambiti dell'economia e della politica e, sapientemente, alludono alla loro connessione.
La formula politica che si è affermata in Occidente nel secondo dopoguerra – e che ha retto alle proprie contraddizioni interne già oltre tempo massimo – era fondata su una declinazione specifica del rapporto tra capitalismo e democrazia che, in un moto circolare, ha garantito legittimità all'uno e all'altra. Ci si riferisce, come ovvio, allo stato sociale o welfarestate. Quest'ultimo, ampiamente in crisi sin dagli anni Ottanta, è giunto ora al capolinea. A sostegno di questa affermazione non abbiamo bisogno di snocciolare elementi di erudizione politica, ci bastano le nostre vite. Basta inviare un curriculum o cercare una stanza in affitto (una stanza e non una casa!) per comprendere che la promessa implicita in tutte le cosiddette «costituzioni lunghe» del dopoguerra – tra cui quella italiana – viene oggi radicalmente smentita. Del nesso lineare e necessario tra crescita economica, giustizia sociale e stabilità politica non vi è infatti più traccia.
Il venir meno del sistema economico-politico del welfarestate (che come detto sopra le nostre vite ci mostrano assai meglio di qualunque querelle filosofica) coincide con il venir meno, al contempo, della credibilità dei suoi argomenti di legittimazione e delle istituzioni che ne incarnano l'autorità. Ciò sia detto con buona pace di tutti coloro che cercano di convincerci della bontà della causa: paternalisti di ogni schieramento e colore che invitano a credere ancora in un progetto già defunto (si vedano a tal proposto i vari editoriali dei quotidiani di oggi che, paterni, si compiacciono delle utopie giovanili e, al contempo, ne bacchettano severi le pratiche).
Vi è un'enorme differenza tra il valutare le democrazie per quel che sono e l'esaminare il concetto di democrazia nella sua valenza prescrittiva. La differenza è quella che passa tra l'essere e il dover essere. Al movimento composito che si è espresso ieri a Roma interessa il primo dei due termini: interessa ciò che è. Questa precisazione è della massima importanza per rivendicare la politicità di un movimento a cui, al contrario, si cerca di attribuire o un'anima utopica-moralistica o un corpo criminale-nichilista a seconda che se ne enfatizzi la “parte buona” o se ne criminalizzi la “parte cattiva”.
Interessarsi a “ciò che è” significa focalizzare l'attenzione sui rapporti reali che reggono l'attuale sistema di crisi per prendere una parte attiva all'interno della relazione. Entro questa relazione il sistema democratico non può giocare un ruolo super partes in quanto, nella concretezza della sua forma storica, il suo legame con il capitalismo non è né occasionale né neutro. Nel momento in cui l'illusione della sintesi tra profitto e giustizia sociale viene smentita con brutalità inaudita, risulta più che mai evidente da che parte stia la democrazia (quella vera, s'intende e non quella come “dovrebbe essere”). Il que se vayan todos delle piazze, tra cui quella romana di ieri, non va interpretato come un moto di indignazione rivolto soltanto ad alcuni rappresentanti specifici di un sistema altrimenti perfetto o perfettibile. Esso, al contrario, esprime una ben più radicale sanzione di illegittimità di un sistema che si legittima attraverso il ricorso a una promessa che, tuttavia, si è già esaurita/smentita.
Laboratorio sguardi sui generis

sabato 15 ottobre 2011

SUI PERCHÉ DI UN FEMINST BLOG CAMP


Il Feminist Blog Camp si avvicina. L'attesa e l'entusiasmo li abbiamo detti in molti modi. Ora vorremo condividere le ragioni politiche che ci spingono a credere nella tre giorni torinese.
La prima è tanto semplice quanto irrinunciabile e consiste nella fiducia che riponiamo nelle potenzialità di ogni socializzazione di esperienze, competenze e percorsi politici. É, in qualche modo, un'attesa che precede ogni razionalizzazione. É la consapevolezza che non ci saranno momenti vuoti, che da ogni scambio di battute, da ogni sigaretta fumata, da ogni pasto condiviso e così via, emergerà qualcosa, una materia grezza che starà a noi trasformare, riempire e vivere. A un livello ulteriore, infatti, la molteplicità di percorsi che confluiranno a Torino, può organizzarsi e divenire una rete. La possibilità di questo passaggio è una delle ragioni del Feminist blog camp.
Se – come riteniamo – il femminismo è qualcosa che sta davanti e non dietro di noi, la connessione tra diverse realtà femministe è un passaggio nodale per la costruzione di pratiche e discorsi politicamente efficaci. La realtà in cui ci muoviamo ci accomuna e dunque, sempre più, emerge la necessità di mettere in comune anche le lotte e le battaglie. Pensiamo, ad esempio, agli attacchi all'autodeterminazione delle donne condotti nelle regioni Piemonte, Lazio, Lombardia e Veneto. Oppure, volgiamo lo sguardo alla crisi economica entro cui le donne si rivelano uno dei soggetti maggiormente colpiti da parte a parte del globo. O, ancora, riflettiamo sulla violenza sulle donne, che potremo considerare forse l'unico universale realizzato e che possiamo combattere solo sfuggendo alle insidie della sua costante strumentalizzazione. Questi sono solo esempi, ma la serie potrebbe essere lunghissima, ai lettori la facoltà di completarla.
Mettersi in rete, dunque, non significa solo costruire una relazione tra soggetti diversi, ma equivale – in modo ben più incisivo – ad agire e a modificare la spazialità connessa ad ogni categoria politica. Nonché, viceversa, a pensare forme politiche all'altezza dell'organizzazione contemporanea dello spazio. Basti notificare la straordinarietà con cui il fenomeno migratorio eccede la spazialità della modernità – lo stato e i suoi confini – per dare concretezza al nesso spazio/politica apparentemente astratto. Il web, per quanto ci concerne, costituisce una delle maggiori declinazioni spaziali in cui ci è dato agire e, anche per questo il Feminist blog camp si presenta come una tappa importante del nostro percorso politico.
Feminist blog camp, dunque, per fare rete e – infine – per esplicitare e agire il carattere non neutrale della rete. Come ogni tecnologia, anche il web veicola modalità, contenuti e pratiche dal forte impatto politico. Se – per dirla con i filosofi – non esiste “spirito” senza “strumento”, allora il rapporto tra concetti/pratiche e modalità della loro produzione e circolazione non è affatto occasionale. Lo strumento non viene prima o dopo al contenuto, ma insieme. Lo strumento stesso produce spazio politico e per questo va agito politicamente. Ciò che potremo imparare sul piano tecnico nella tre giorni torinesi (e sarà molto!) non è pertanto scindibile dal suo nesso con la pratica. In questo modo possiamo metterci al riparo da un uso puramente indotto della tecnologia e, al contempo, pensare forme di riappropriazione delle potenzialità conflittuali di un general intellect altrimenti piegato alle logiche del profitto.
Laboratorio Sguardi sui generis

martedì 11 ottobre 2011

Torino, 28/29/30 ottobre, Feminist Blog Camp: programma e info!

Post tratto da femminismoasud.noblos.org


Dopo mesi di preparazione, di sogni, progetti, confronti e lavoro organizzativo infine il Feminist Blog Camp è pronto per essere partecipato da ciascun@ di voi.
A Torino, presso l’Askatasuna, il 28/29/30 ottobre, grazie allo straordinario lavoro delle compagne del Laboratorio Sguardi Sui Generis e di tutt* noi, habemus il Feminist Blog Camp (http://feministblogcamp.noblogs.org).
Potete leggere qui cosa, dove, quando.
Il programma dell’iniziativa avrà inizio alle 11.00 di venerdì 28 ottobre con una presentazione e una conferenza stampa e continuerà per tre giornate fino alla chiusura prevista per domenica 30 ottobre intorno alle 18.00 dopo la plenaria a conclusione di tutti i workshop.
Potete meglio programmare le vostre giornate di partecipazione leggendo la griglia, gli itinerari tematici, il programma diviso per giornate che vanno dal 28 ottobre, 29 ottobre, al 30 ottobre.
Guardate, se ne avete voglia, l’intervista di Women.it a Enza Panebianco che racconta come nasce, cos’è e come è organizzato il Feminist Blog Camp.
QUI trovate le tante adesioni di persone iscritte alla mailing list di costruzione dell’iniziativa.
Potete leggere e diffondere le informazioni e l’appello in lingua spagnola, tedesca, inglese, francese.
QUI trovate le grafiche e i banner che puoi diffondere per parlare del Feminist Blog Camp.
QUI trovate le info logistiche e come raggiungerci.
Vi chiediamo di copiare, compilare e spedire a feministblogcamp[chiocciola]grrlz.net la SCHEDA DI PARTECIPAZIONE per aiutarci ad organizzare meglio l’autogestione.
Dovete sapere anche che potete portare vostr@ figli@ perché disponiamo di una ludoteca gestita dai comitati di quartiere.
Inoltre,  per i pasti mangerete cucina vegetariana e vegana.
Il numero telefonico per contatti con i giornalisti e le giornaliste (per chiedere qualunque informazione che riguardi info, riprese, interviste) è 3425510325
Per offrire o chiedere posti letto o spazi sacco a pelo scrivete a: leonardi_daniela[chiocciola]hotmail[punto]it
Mandateci se potete un contributo per le spese di autofinanziamento su conto postepay: Intestare a Camilla Rebora n° 4023 6006 0997 8681
Se state su facebook potete trovarci qui: http://www.facebook.com/FeministBlogCamp?ref=ts
Su Twitter: http://twitter.com/#!/FemBlogCamp
Entusiaste e impazienti vi aspettiamo a Torino!!! :)

sabato 8 ottobre 2011

Sguardi sui generis @ Metropolis

Il laboratorio Sguardi Sui Generis partecipa alle tre giorni di "Metropolis" organizzata dal Collettivo Universitario Autonomo dal 10 al 12 ottobre.
Saremo presenti tutti e tre i giorni con un banchetto in cui trovare informazioni sul Laboratorio e sull'imminente evento del Feminist Blog Camp!
Ci saremo inoltre per un "aperitivo spritz" nella giornata di Lunedì 10, dalle ore 19.
...vi aspettiamo!


Di seguito la presentazione dell'evento:


Lunedì 10 ottobre prenderà il via la tre giorni di iniziative, dibattiti e socialità "Metropolis", che si terrà a Palazzo Nuovo, polo umanistico dell'università di Torino.
Nel cuore della metropoli torinese i collettivi universitari metteranno immediatamente all'ordine del giorno la lotta, come discorso di metodo, di ragionamento politico nella crisi, come prospettiva collettiva.
Il Collettivo Universitario Autonomo, organizzatore della "kermesse universitaria" assieme a tanti altri collettivi torinesi (e non solo), porterà nel centro cittadino, nel quartiere universitario per antonomasia, il "No Tav", ritenendo indispensabile compiere questo passaggio per lanciare una tre giorni che non può che partire dal territorio, dalla potenza dei movimenti che l'hanno attraversato e l'attraverseranno.
Il primo dibattito sarà quindi Lunedì 10 ottobre alle 17: "La lotta è un bene comune. Dalla Valle che resiste e non si arrende all'acampada parmense" e vedrà la partecipazione di Alberto Perino del movimento No Tav e di Insurgent City, realtà autorganizzata di Parma protagonista nell'esperienza di piazza contro la giunta della bancarotta del sindaco Vignali, costretto a fare le valigie...
Metropolis durerà al 10 al 12 ottobre, tre pomeriggi e tre serate, con i collettivi di facoltà (Scienze Politiche, Lettere e Filosofia ecc) ed il Collettivo Politecnico, con gli studenti medi autorganizzati, la partecipazione di Radio Blackout, del Comitato di lotta popolare di Bussoleno, del Laboratorio Sguardi Sui Generis.
Un programma fitto di appuntamenti, con il lunedì dedicato al No Tav e alle lotte territoriali, il martedì pensato in direzione del 15 ottobre della #globalrevolution ed il mercoledì sull'uso politico della rete come campo di battaglia. Chiusura nel segno della festa con Dj Gruff, e bandiera No Tav che accompagnerà irremovibilmente Metropolis.
Vi aspettiamo tutt*!


Intervista ad Anna Simone

Dall'ultima puntata di Interferenze, vi riportiamo l'intervista telefonica ad Anna Simone, una riflessione a partire dal suo articolo, uscito su zeroviolenzadonne: "ERANO 11, MA ME NE SONO FATTE SOLO 8". GODIMENTO SENZA DESIDERIO OVVERO LA SESSUALITA' NEL NEOLIBERISMO.
Buon ascolto!
 
Audio Intervista

Interferenze: tutte le domeniche dalle 4 alle 5, on air solo su Radio Blackout, 105.25 fm!

venerdì 7 ottobre 2011

LadyFest 011

Ebbene sì, alla Lady Fest 011 di Roma ha partecipato anche una rappresentanza del Laboratorio Sguardi sui Generis. Qui di seguito l'articolo sull'evento, pubblicato sull'ultimo numero di XXD (Scaricabile Qui), scritto in collaborazioni con Rachele Borghi. Enjoy!




giovedì 6 ottobre 2011

VERSO IL FEM BLOG CAMP: video intervista ad Enza Panebianco

Di seguito l'intervista ad Enza Panebianco:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/10/05/feminist-blog-camp-intervista-video/

Ormai manca pochissimo al camp!

Per le info e il programma consultate il blog http://www.feministblogcamp.noblogs.org/ il sito http://www.femminismo-a-sud.noblogs.org/  e il nostro blog

Per mettere a disposizione o chiedere un posto letto: leonardi_daniela@hotmail.it

Vi aspettiamo!

martedì 4 ottobre 2011

GIO 06 OTT 2011 EROTIC BIKE FEST benefit FEMINIST BLOG CAMP e riCICLOFFICINA SENZA FRENI

BIKE SMUT: a film festival of radical pleasure! ovvero...ma quanto è sexy la bicicletta!!
La rassegna itinerante di video e performance ciclo-erotiche sarà ospite al csoa Gabrio in occasione dell'apertura della nuova ciclofficina Torinese Giovedì 6 ottobre 2011.
Ore 20 cena veganAfrodisiaca di autofinanziamento per il FEMINIST BLOG CAMP e la riCICLOFFICINA SENZA FRENI

Ore 21:30 il Bike Smut Festival svelerài nuove forme di piacere a bordo del tuo velocipede. Per riprenderci le strade della città e per pedalare il desiderio, godere collettivamente, mischiare bike e porn, mettere una toppa alla noia, oliare gli ingranaggi della sensualità, mollare i freni alla fantasia.

..a seguire: Put the fun between your legs! ciclopedalata in notturna per le vie taurinensi

Vieni a trovarci per scoprire nuovi piaceri....sostieni il feminist blog camp e la riciclofficina senza freni!

lunedì 3 ottobre 2011

Prossima riunione torinese verso il Feminist Blog Camp

Mercoledì 5 ottobre alle ore 20.00 presso il C.S.O.A. Askatasuna si terrà la prossima riunione in vista del feminist blog camp.
Invitiamo a partecipare singol* o realtà interessate alla costruzione della 3 giorni, partecipate, condividete e diffondete l'invito!!

martedì 27 settembre 2011

Verso il Feminist Blog Camp: Alcune informazioni utili da conoscere!

Verso la prima edizione del Feminism Blog Camp.

FBC, si terrà a Torino il 28/29/30 Ottobre presso il Centro Sociale Askatasuna, Corso Regina 47.

Per consultare la griglia e il programma dei workshop, che sono in via quasi definitiva, rimandiamo ai seguenti link:


Per chi avrà bisogno di ospitalità e per chi si rende disponibile ad ospitare, un caldo invito a scrivere a Daniela di Sguardi Sui Generis: leonardi_daniela@hotmail.it
in modo da riuscire insieme ad organizzarci al meglio possibile. Sicuramente saremo tant*, più della capienza del Centro Sociale, perciò è necessario attivarsi per non lasciar nessun* all’addiaccio.
Per chi si fermerà a dormire presso l’Askatasuna consigliamo di portare sacchi a pelo e materassini. E, per tutti e tutte, dormienti al Centro o altrove, consigliamo di munirsi di abiti pesanti, che Torino a fine Ottobre può essere freddino!

Il FBC è un evento completamente autogestito ed autofinanziato, il lavoro è tanto e il finanziamento necessario.
Per chiunque possa e voglia contribuire, ecco i dati della postepay con la quale si stanno raccogliendo fondi:

Intestataria: Camilla Rebora
Numero di conto: 4023 6006 0997 8681

Proprio con l’obbiettivo di lanciare l’iniziativa ed autofinanziarci si svolgeranno, da qui a fine Ottobre in tante città italiane, eventi e iniziative all’insegna del FBC.
Vi invitiamo a partecipare numerosi alla creazione di questi momenti.
In particolare a Torino potete scrivere a sguardisuigeneris@gmail.com
o venire direttamente ai momenti di riunione e lavoro comune. Troverete via, via gli appuntamenti sul nostro blog http://sguardisuigeneris.blogspot.com e pagina facebook.
Come raggiungerci:
Dall’aeroporto di Caselle, linee autobus: Caselle-Torino (Fermata: Porta Nuova o Porta Susa).
Linee ferroviarie:

Dall’aereoporto di Malpensa, linee autobus: Malpensa-Torino (Fermata: Porta Susa o Torino Autostazione Comunale).
Linee ferroviarie: linee Malpensa-Torino Porta Nuova

Dalla stazione di Porta Nuova:
Uscendo dalla stazione girare a sinistra, su via Sacchi (parallela a Porta Nuova) prendere il tram 4 fino alla fermata: Piazza della Repubblica, quindi su Corso Regina, prendere la linea 3 in direzione Gabetti/P.Hermada e scendere alla fermata Guastalla, o prendere la linea 16 in direzione Porta Palazzo Ovest e scendere alla fermata Palazzo Nuovo in Corso San Maurizio. Scendendo dal pullman, prendere via Guastalla sulla sinistra; al fondo, la stessa via costeggia il centro sociale Askatasuna.

Dalla stazione di Porta Susa: Uscita su Piazza XVIII Dicembre, quindi prendere le linee: 10 (Pullman) in direzione Massari o 72 in direzione Cimitero e scendere alla fermata Rondò Forca. Attraversare corso Principe Eugenio spostandosi su Corso Regina Margherita. Da lì prendere la linea 3 in direzione Gabetti/P.Hermada e scendere alla fermata Guastalla.

In auto, uscita autostrada: Regina Margherita; proseguire sul corso fino ad arrivare al numero civico 47.
Qui di seguito alleghiamo alcuni percorsi stradali e indicazioni precise su come raggiungerci:


lunedì 26 settembre 2011

Sempre in alto i cuori No Tav!

Con la sentenza del Tribunale del riesame, giovedì scorso Nina e Marianna sono tornate finalmente libere.
Una libertà ancora parziale, che le vede rispettivamente costrette ai domiciliari e all’obbligo di dimora, ma che ha comunque fatto tirare un sospiro di sollievo a tutto il movimento No Tav, ansioso di riabbracciare le due donne dopo i tredici giorni di detenzione.
Le migliaia di persone in marcia alla fiaccolata di Chiomonte, i tanti messaggi di solidarietà, gli appelli per la liberazione che si sono susseguiti nelle scorse settimane, sono la prova tangibile che il movimento No Tav non si fa scoraggiare né intimidire dalla messa in modo dell’apparato repressivo e che come abbiamo ripetuto tante volte “la Val Susa paura non ne ha”.
Questo è ciò che emerge anche dalle parole e dalle testimonianze di Nina e Marianna, dal loro rifiuto di vestire i panni delle eroine o delle martiri, perché sanno che quella notte attorno alle reti del cantiere eravamo in tanti e che tutti e tutte eravamo animati dalla stessa determinazione nel mostrare che anche le più resistenti delle reti possono cadere.
Qui di seguito pubblichiamo l’audio dell’intervista a Nina realizzata oggi dai microfoni di Interferenze e la poesia “a chiunque” di Marianna.
Sempre in alto i cuori No Tav!






a chiunque.

e io?

mi ritrovo nella normalità dell'essere ventenne, sperimentando la vita.

ne anarchica, ne pacifista.

solo pacificamente alla ricerca di me stessa.

molto preoccupata per i miei sogni.

molto infastidita da questo geliido e assurdo progresso.

molto indignata ad osservare i giochi politici.

ancora illusa dell'esistenza di giustizia.

nata a ROvereto, però cresciuta in canavese,in un paesino di 1200 anime in una realtà rurale e leggermente bigotta come l'ambiente del liceo della zona che ho frequentato.

riesco a riconoscere gli alberi, ma non i modelli d'auto.

in quarta superiore vinco una borsa di studio e parto per l'india per un annno. semplicemente per curiosità ed entusiasmo per la scoperta di qualcosa di nuovo di diverso.

dopo il liceo riparto con uno zaino, viaggio per spagna e francia, poi decido di tornare e stabilirmi a torino.

lavoro, vivo, esploro nella città. mi creo la mia indipendenza.

intanto sogno di essere ostetrica.

i sogni non piacciono, non oltrepasso il numero chiuso.

ora farò agraria:foreste e boschi.

e intanto mi guardo attorno, vivo, provo ad esprimermi, riconfermo la mia libertà.

metto in atto una goffa e autentica rivolta individuale: non un semplice stare, ma una appassionata ricerca di umanità.

un pò incosciente, come ogni giovane ha diritto di essere.

un pò sfortunata, come ogni giovane non dovrebbe essere.

e ora amarezza.

si ricompone il puzzle, si rivedono immaggini...

e non mi sento più umana. ma un oggetto, un mezzo.

eppure non perdo la dignità.

non voglio filosoffeggiare.

non eroina, non martire.

resto.

resto umana.

e voi non lasciatevi intimidire.

non abbiate paura.

se avete qualcosa da dire, ditela. se poi vi tocca dirla urlando, si vede che ne vale la pena.

é tempo di resistere, è tempo di lottare!

grazie per la solidarietà e la vicinanza di chi ci ha scritto o ci ha pensato nel periodo in carcere..

'a sara dùra

con amore...

marianna

lunedì 19 settembre 2011

Prossima riunione del laboratorio

La prossima riunione sarà oggi pomeriggio alle ore 18.00 a Palazzo Nuovo, aula UniLotta.

sabato 17 settembre 2011

Si avvicina il FBC...

Quanto manca al Feminist Blog Camp? è tra poco, è tra poco.
Quant* saremo? e chi lo sa! tant*! ma ci staremo tutt*? sì, sì, un po’ di qua, un po’ di là e chi lo sa! Oh frenesia!! ma bisogna organizzarsi, autofinanziarsi, scervellarsi!!
Ci piace questa idea di trovare uno spazio, un tempo, un incontro di corpi.
Gambe, braccia, menti, teste, pc...pc?! eh sì. Sapete, perchè intanto che un* scopre l’esistenza del mouse, l’altr* argomenta quello che ha scoperto sulla networking art, n’altr* si mangia un panino mentre si prepara l’intervento “su poetiche e politiche dell’osceno”... cioè, non è che poi distingui più lo schermo dal piede del vicino!! Sarà un gran casino!! Eh sì!
Menti, corpi, media, soggetti reali. Consapevoli che è dal basso che vogliamo costruirci. Condividere saperi, scavalcare le griglie dove si incagliano pensieri e desideri. Desideros* di trovare nuovi modi di dire, di comunicare, di immaginare. Desideros* che la forza, le idee, le conoscenze, la curiosità fluiranno tra noi ... sbattacchiando tra i piatti da lavare, la spesa da fare, le prese elettriche da controllare... AOH ma non ci si poteva organizzare?! EEH lo stiamo facendo! una cosa alla volta!
Consapevoli che si creeranno reti di conoscenza e di scambio tra femministe, disertori, militanti. Tra chi vuole discutere e portare avanti discorsi antisessisti, antirazzisti, antifascisti. Tra chi lotta per l'autodeterminazione, chi vede e vuole avere sempre più chiare le modalità in cui autoritarismo e repressione vengono agiti quotidianamente. Tra chi a questi quotidianamente reagisce. Ci scriviamo, ci confrontiamo, ci organizziamo. Siamo soggetti reali. Entusiast* di scambiarci nuovi strumenti virtuali, di condividere l’importanza politica della rete, del web, della comunicazione. La nostra comunicazione. L’importanza politica del nostro costruirci dal basso, del nostro metterci in discussione. Del nostro cercare di uscire dalle dinamiche di potere, di vederle, di vedercele, di giocarcele.

Un incontro di menti, media, corpi, mouse.


Si avvicina il FBC...

martedì 13 settembre 2011

VERSO IL FEMINIST BLOG CAMP… Siamo pronte/i?!!! (riunione torinese)


Care/i tutte/i, come ormai saprete  il 28/29/30 ottobre a Torino, il csoa Askatasuna ospiterà il primo Feminist Blog Camp, lanciato dal blog Femminismo a sud e con molto entusiasmo “adottato” anche da noi!

A fine luglio c’era stato un primo incontro “torinese” per presentare il Camp e parlare dei molteplici aspetti che lo andranno a caratterizzare. Ora le vacanze sono finite e pensiamo sia giunta l’ora per un nuovo incontro, a cui possano prender parte anche tutte le persone che ci hanno contattato e che sono interessate a partecipare e costruire insieme quella che sicuramente sarà un’esperienza fantastica!

lunedì 12 settembre 2011

NINA E MARIANNA VI VOGLIAMO LIBERE SUBITO!


BREVE RIFLESSIONE SULL'UTILIZZO STRUMENTALE DEL LINGUAGGIO ALL'INTERNO DEI MEDIA MAINSTREAM

Dopo l'iniziativa del movimento NO TAV di venerdì notte, tra i media che riportavano la cronaca dell’assedio al cantiere abbiamo letto una delle solite ricostruzioni di fantascienza a cui Massimo Numa, pennivendolo de La Stampa, fa da tempo ricorso per attaccare il movimento NO TAV.
Nella sua fanta-ricostruzione le due donne arrestate venivano descritte come “un'autonoma di Chiomonte” e “un'anarchica di Rovereto”.

Questa riduzione essenziale delle due donne ad una presunta tipologia, che nei due casi specifici pare anche essere non veritiera, merita secondo noi una piccola riflessione: è necessario rispedire al mittente i continui tentativi di delegittimazione del movimento, che vengono fatti operando distinzioni, spesso anche fasulle, tra manifestanti autoctoni, che sarebbero più legittimati all'opposizione e manifestanti provenienti da altre città, descritti come “professionisti della protesta”.

Non possiamo fare a meno di notare come in questo caso, visto che una delle due arrestate è originaria di Chiomonte, debba necessariamente esserle attribuita come unica identità, quella di “autonoma”, altro termine utilizzato con un intento svalutante. Ci chiediamo cosa abbiano intenzione di sottintendere questi pseudo-giornalisti...se le due donne fossero state realmente un'autonoma ed un'anarchica il movimento avrebbe dovuto essere meno solidale nei loro confronti e l'opinione pubblica più disponibile ad accettare la convalida dell'arresto?
Ci chiediamo, inoltre, se eventualmente, il fatto di essere un'autonoma e un'anarchica escluda tutto il resto. Forse le manifestanti non sono anche studentesse, lavoratrici, precarie, mamme, nonne, disoccupate, volontarie?

Purtroppo abbiamo già assistito troppe volte a strumentalizzazioni di questo tipo: per riportare un esempio che ci ha viste coinvolte in prima persona, ricordiamo molto bene come, dopo l'occupazione della sede torinese del PDL nel febbraio scorso, alcune testate giornalistiche avessero usato espedienti simili per distorcere e sminuire il senso dell’iniziativa.
Il giorno stesso sui giornali si parlava di un gruppo eterogeneo di donne (studentesse, lavoratrici, precarie, disoccupate, alcune appartenenti a centri sociali), che avevano fatto irruzione nella sede del PDL per denunciare la loro condizione di estrema ricattabilità nei luoghi di studio e di lavoro e per sottolineare la responsabilità di tale partito all’interno della crisi attuale.
Il giorno seguente, invece, dopo che si erano verificati anche alcuni fermi, si parlava esclusivamente di giovani dei centri sociali e di una presunta regia maschile dell'iniziativa, come se fosse impossibile concepire che un gruppo di donne avesse organizzato un'iniziativa di protesta.

Ieri, sempre sui media, abbiamo appreso che l'arresto di Nina e Marianna è stato convalidato con un giorno di anticipo e abbiamo avuto la sventura di dover leggere o ascoltare le dichiarazioni di Stefano Esposito del PD, partito che riesce sempre a distinguersi per le sue posizioni immancabilmente tese a difendere gli interessi dei potenti di turno, e ad essere sempre più a destra dei partiti a cui dovrebbe opporsi. Secondo Esposito, infatti, le due donne arrestate dovrebbero andare a lavorare nel (non) cantiere in Valsusa: superfluo dire che a nostro avviso dichiarazioni di questo tipo si commentano da sole...

A questi personaggi va tutto il nostro disprezzo!
A Nina e Marianna, invece, va la nostra incondizionata solidarietà di appartenenti al movimento NO TAV, donne, femministe e militanti: vi vogliamo libere e subito!

Ricordiamo a tutti e tutte il presidio di solidarietà per chiedere la liberazione immediata di Nina e Marianna: l’appuntamento è per oggi, lunedì 12 settembre, alle 18 in piazza Castello.

Laboratorio Sguardi sui Generis