Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

venerdì 30 marzo 2012

11 aprile appello del movimento NO TAV

Con preghiera di diffusione della resistenza!
Inoltriamo l'appello del movimento NO TAV dal sito notav.info

Questo appello è rivolto a tutti gli uomini e donne che, in questi lunghi mesi di occupazione militare, in questi mesi di lotta e resistenza NoTav, si sono schierati al nostro fianco in ogni dove d’Italia.


Grazie a voi è stato chiaro a chi ha cuore e intelligenza che la lotta dei No Tav di quest’angolo di Piemonte è la lotta di tutti coloro che si battono contro lo sperpero di denaro pubblico a fini privatissimi, contro la devastazione del territorio, contro la definitiva trasformazione in merce delle nostre vite e delle nostre relazioni sociali.

Difendere la propria terra e la propria vita è difendere il futuro nostro e di tutti. Il futuro dei giovani condannati alla precarietà a vita, degli anziani cui è negata una vecchiaia dignitosa, di tutti quelli che pensano che il bene comune non è il profitto di pochi ma una migliore qualità della vita per ciascun uomo, donna, bambino e bambina. Qui e ovunque.

In ogni ospedale che chiude, in ogni scuola che va a pezzi, in ogni piccola stazione abbandonata, in ogni famiglia che perde la casa, in ogni fabbrica dove Monti regala ai padroni la libertà di licenziare chi lotta, ci sono le nostre ragioni.

Dopo la terribile giornata del 27 febbraio, quando uno di noi ha rischiato di morire per aver tentato di intralciare l’allargamento del fortino della Maddalena, il moltiplicarsi dei cortei, dei blocchi di strade, autostrade, porti e ferrovie, in decine e decine di grandi e piccole città italiane ci ha dato forza nella nostra resistenza sull’autostrada. 
In quell’occasione abbiamo capito che, nonostante le migliaia di uomini in armi, il governo e tutti i partiti Si Tav erano in difficoltà. Si sono aperte delle falle nella propaganda di criminalizzazione, si sono aperte possibilità di lotta accessibili a tutti ovunque.


Il 27 febbraio non si sono limitati a mettere a repentaglio la vita di uno dei noi, hanno occupato un altro pezzo di terra, l’hanno cintata con reti, jersey, filo spinato.

Il prossimo mercoledì 11 aprile vogliono che l’occupazione diventi legale. 
Quel giorno hanno convocato i proprietari per la procedura di occupazione “temporanea” dei terreni. Potranno entrare nel fortino fortificato come guerra solo uno alla volta: se qualcuno non si presenta procederanno comunque. L’importante è dare una patina di legalità all’imposizione violenta di una grande opera inutile. Da quel giorno le ditte potranno cominciare davvero i lavori.


I No Tav anche questa volta ci saranno. Saremo lì e saremo ovunque sia possibile inceppare la macchina dell’occupazione militare.

Facciamo appello perché quel giorno e per tutta la settimana, che promoviamo come settimana di lotta popolare No Tav, ci diate appoggio. Abbiamo bisogno che la rete di solidarietà spontanea che ci ha sostenuto in febbraio, diventi ancora più fitta e più forte.

Non vi chiediamo di venire qui, anche se tutti sono come sempre benvenuti, vi chiediamo di lottare nelle vostre città e paesi.

Vi chiediamo di diffondere la resistenza.

Il Movimento No Tav

mercoledì 28 marzo 2012

Impresa e genere: elementi di contro-soggettivazione nella lotta delle lavoratrici Omsa

Il 24 e 25 Marzo abbiamo partecipato al seminario di Uninomade su 'Impresa e soggettività', una due giorni in cui, a partire dalla discussione e riflessione sui cambiamenti della forma impresa come spazio di soggettivazione, pensare ed elaborare progetti di inchiesta militante.
Pubblichiamo la proposta di inchiesta che come Laboratorio Sguardi Sui Generis abbiamo portato all'interno del seminario.


Premessa:
La scelta del taglio e dell'oggetto d'inchiesta
Nei processi di soggettivazione del nuovo capitalismo, il genere gioca un ruolo decisivo. Lo osserviamo specialmente analizzando i dispositivi attraverso cui il capitale produce le forme di consenso che – per così dire – ottimizzano il tasso di sfruttamento. Ci richiamiamo esplicitamente alle diagnosi generale sulla “femminilizzazione del lavoro”, ma ci piacerebbe ragionare sui singoli dispositivi (sui dettagli, più che sul quadro). Due esempi possono essere utili per spiegare a quali tipi di fenomeni ci riferiamo:

a) Si consideri il dispositivo esterno del ricatto della precarietà che pare funzionare con particolare efficacia proprio sulle donne. L'elemento su cui ci interessa riflettere (consapevoli che ce ne sono numerosi altri) sono le modalità attraverso cui le donne tendono ad assestarsi su un terreno di retroguardia nella lotta alla precarietà nella misura in cui interiorizzano una logica discorsiva che connette – senza via di scampo – reddito e maternità. A questo livello ci interessa individuare possibili elementi di soggettivazione che reagiscano al ricatto della precarietà in un quadro non reattivo (e, va da sé, estremamente reazionario). Detto fuori dai denti: su quale terreno le donne possono ricomporsi e rivendicare un reddito per sé, né per figli (reali o potenziali), né per la famiglia?

sabato 10 marzo 2012

Torino: Libere di scegliere!

Oggi a Torino si è svolta la manifestazione per l'8 marzo. Piú di 500 donne hanno sfilato per il centro cittadino rispondendo all'appello dei collettivi e delle singole riunite nell'assemblea per l'8 marzo. Il corteo è stato fortemente caratterizzato dalla presenza di numerose donne No Tav che hanno costruito uno spezzone aperto dallo striscione “Partigiane della terra e del futuro”. Oltre ad aver ribadito le ragioni della loro lotta, hanno denunciato a gran voce le violenze perpetrate dalla polizia che occupa e militarizza il territorio della Val Susa.

La giornata è iniziata in piazza Castello, sotto la sede della Regione, luogo simbolo delle politiche di attacco all'autodeterminazione e alla libertà di scelta delle donne, in particolare attraverso la proposta di legge 160 che promuove l'ingresso dei volontari antiabortisti nei consultori pubblici e l'istituzione di un fondo destinato alle donne che decidono di non abortire, senza preoccuparsi di offrire un reale sostegno alla maternità consapevole.

La Regione ha le sue responsabilità anche rispetto ai continui tagli alla sanità, ai servizi e agli asili, obbligando le donne a sostituirsi ad un welfare sempre più evanescente e in via di estinzione. Ancora una volta, anche a causa della nuova riforma del lavoro, le donne si ritrovano sempre piú precarie all'interno del mercato del lavoro e sempre più schiave tra le mura domestiche. Il corteo ha poi attraversato via Roma fermandosi davanti al negozio Golden Point per ribadire la solidarietà alle operaie Omsa in lotta da mesi per difendere il proprio posto di lavoro contro la volontà del padrone dell'azienda di delocalizzare l'intera produzione all'estero per assicurarsi maggiori profitti. In piazza San Carlo il corteo ha fatto tappa di fronte alla banca San Paolo, dove le donne della Rete contro il debito sono intervenute a sottolineare le fortissime responsabilità degli istituti bancari nella crisi in atto.

Il corteo si è concluso di fronte alla stazione di Porta Nuova militarizzata da un ingente schieramento di celerini che sono stati fatti oggetto di scherno da parte delle manifestanti che hanno cantato in coro: “Sbirri, sbirri, ma che che ci state a fare, a casa ci sono i piatti da lavare!”.
Oggi siamo scese in piazza in occasione dell'8 marzo ma senza dimenticare che le donne lottano tutto l'anno e sono presenti e protagoniste con la loro forza e determinazione su più fronti, da Torino alla Val Susa, nelle università, nei posti di lavoro come tra le mura domestiche.

Assemblea per l'8 marzo

mercoledì 7 marzo 2012

8 marzo mfla!

Prende forma la 24 ore di dirette su Radio Onda Rossa per questo 8 marzo.
A questo link: http://mfla.noblogs.org/post/2012/03/05/palinsesto-8-marzo-speciale-24-ore-radiofonica/
trovate il palinsesto.
Dalle 13:30 alle 15:00 e dalle 15:30 alle 16:00 in onda contributi del Laboratorio Sguardi sui Generis.
Dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 17:30 il segnale viene ribalzato da Radio Blackout.

STAY TUNED!

8 marzo in Val di Susa

Da www.infoaut.org:
In occasione dell'otto marzo le donne no tav della Valsusa si ritroveranno per un'iniziativa simbolica per ribadire le ragioni dell'opposizione al tav.
Questa malaopera che vogliono imporre con la forza dei manganelli, dei gas nocivi e degli idranti e con la militarizzazione di una parte della nostra terra, è fortemente osteggiata dalle donne che, oltre alla preoccupazione del presente, si mobilitano per il futuro delle nuove generazioni.
Chiediamo che i soldi per il tav vengano usati per risanare scuole, ospedali, servizi socio-assistenziali e salvaguardia del territorio.
I servizi sono un diritto e non si possono barattare con le compensazioni per la devastazione del territorio.
Chiediamo alle donne che si mobiliteranno per l'otto marzo di accogliere la nostra bandiera come segno di solidarietà nei confronti del movimento no tav e contro la dura repressione che sta subendo.
Protagoniste e determinate le donne no tav della Valsusa.

TROVIAMOCI A SUSA  P.ZZA DEL MERCATO GIOVEDÌ 8 MARZO ORE 9.30!!

martedì 6 marzo 2012

Sabato 10 Marzo corteo: LIBERE DI SCEGLIERE!

Questo è un 8 marzo particolare per noi donne che viviamo in Piemonte.
I tagli alla sanità, ai servizi e agli asili, le proposte di legge che promuovono l’ingresso degli antiabortisti nei consultori pubblici, la controriforma del mercato del lavoro che aumenta la precarietà e annulla i diritti, lo spreco di risorse pubbliche per grandi opere inutili e dannose alla popolazione. In tutto il paese si stanno moltiplicando una serie di interventi legislativi che mettono sotto attacco l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne. La proposta di legge regionale 160, oltre ad imporre la presenza dei movimenti antiabortisti nei consultori, prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro per un “Fondo per la vita” per le donne che decidono di non abortire, senza ipotizzare azioni di sostegno reale alla maternità liberamente scelta. Per noi donne, un ricatto inaccettabile!
Tagliano e privatizzano i servizi pubblici e insieme le nostre condizioni di lavoro e di vita peggiorano sempre più. Tutto questo ci costringe alla finta scelta di rimanere a casa per svolgere lavori di cura, sopperendo ad un welfare evanescente e in via d’estinzione. Si fa del denaro pubblico uno strumento irresponsabile di persuasione e non di sostegno ed emancipazione. Non si tiene conto delle reali condizioni materiali delle donne: dai disagi nel mercato del lavoro, nella famiglia, ai problemi di violenza e di discriminazione, ancora pane quotidiano di questo paese. Guadagnamo di meno, siamo sempre più precarie e la crisi che sta investendo l’intero sistema ci colpisce in maniera brutale e violenta al lavoro come a casa.
Violenza del sistema e violenza sulle donne sono due facce della stessa medaglia. E il prezzo che noi paghiamo è sempre doppio!
Noi a casa non ci torniamo! Rivendichiamo ovunque il nostro diritto all’autodeterminazione e a decidere sulle nostre esistenze e sui nostri corpi. Come le donne NoTav, che da anni lottano e difendono il loro territorio, scendiamo in strada e riprendiamoci la nostra vita.

Assemblea per l'8 Marzo.

lunedì 5 marzo 2012

Retorica sessista contro il movimento No Tav

L'ultima settimana è stata teatro di una possente campagna mediatica volta a delegittimare e criminalizzare il movimento notav. Si sono spesi fiumi d'inchiostro per divulgare improbabili distorsioni della cronaca, per avanzare analisi patetiche e per fare da cassa di risonanza alle dichiarazioni di governo. Ognuno di questi articoli ha un portato di violenza insopportabile – quello che solo la menzogna sa avere. Un articolo in particolare, tuttavia, esibisce una sorta di surplus di violenza – quello che solo il sessismo sa esercitare attraverso il suo immaginario. Ci si riferisce all'articolo dal titolo No Tav: le donne sconfitte della Val Susa comparso online un paio di giorni fa sul supplemento femminile del Corriere della sera. 
   

venerdì 2 marzo 2012

Donne NoTav: l'unica sconfitta è la retorica di Stato.

Nelle giornate di lotta e di resistenza che si sono susseguite questa settimana nella Val di Susa ed in tutta Italia (e non solo), i giornari di regime continuano a distinguersi per la sconcertante capacità di inventare ed alimentare menzogne, falsità e deliri.
Nella giornata di ieri fa la sua comparsa questo articolo (qui) sul già poco interessante giornale IoDonna. Una finta analisi priva di qualsiasi logica o credibilità, allibente per la sua sudditanza e per il tipo di ricostruzione del movimento NoTav, del solito ritornello dei "buoni" che lasciano la lotta in mano ai "cattivi", in particolare ponendo l'accento su un supposto immaginario della donna NoTav "giusta" e di quella "sbagliata".
Molte le risposte dal web, ne proponiamo qui di seguito qualcuna, per ricordare che le narrazioni della Valle e della sua lotta sono quelle di chi in Valle ci sta, ci vive, ci passa le notti e le giornate, di tutt* coloro che, in sostanza, per la Valle stanno combattendo.

Femminismo a Sud: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/03/02/le-donne-notav-e-la-retorica-della-sottomissione/
Notav.info: http://www.notav.info/senza-categoria/le-donne-sconfitte-della-val-susa-sicuro/
Senza Soste: http://www.senzasoste.it/genere/la-propaganda-di-regime-contro-i-no-tav-ora-tocca-alle-donne

giovedì 1 marzo 2012

Se il governo non fa un passo indietro il movimento fa un passo avanti!


In Val Susa stiamo vivendo giornate incredibili.
Nonostante vent'anni di goffi tentativi ed intrallazzi, nonostante l'impiego dell'esercito e le violenze agite contro il popolo NO TAV, in Val Susa non è ancora stato piantato un chiodo, ed è fondamentale che questo sia chiaro a tutt*, perchè un recinto con dentro l'esercito non può essere considerato un cantiere, nè fase preparatoria per il fantomatico tunnel esplorativo.
La realtà in Val Susa è questa, vissuta giorno dopo giorno con determinazione e serenità, un passo dietro l'altro, per tornare, un giorno, a percorrere liberamente la Val Clarea.
Le iniziative messe in atto dal movimento, in particolare da lunedì mattina, stanno gettando sabbia negli ingranaggi governativi che ci vorrebbe succubi di fronte ad un progetto tanto assurdo.
 E' quindi fondamentale allargare la lotta, moltiplicare le iniziative in modo capillare ed efficace, nonostante le cariche a freddo subite nella notte, nonostante la militarizzazione cui vorrebbero farci abituare.
E' per questo che nella giornata di oggi su tutto il territorio nazionale si stanno organizzando iniziative di sostegno al popolo NO TAV, oggi in Val Susa e dappertutto blocchiamo tutto!
Ci hanno cacciat* ieri...oggi saremo di nuovo lì!
 A SARA' DURA MA LA FARUMA!