Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

lunedì 18 novembre 2013

Atti osceni nel mainstream, narrazioni tossiche e realtà di lotta.

Sabato 16 novembre: decine di migliaia di persone attraversano la Val di Susa con un grande corteo No Tav che ribadisce la propria opposizione non solo ad una grande opera inutile ma anche alla militarizzazione pressante che quel territorio è costretto a subire quotidianamente.

Il giorno successivo compare una foto scattata nel corso della manifestazione che ritrae una ragazza mentre bacia la visiera del casco di un poliziotto, schierato assieme al suo plotone a lato del corteo. L’occasione è ghiotta e scribacchini di ogni testata si lanciano subito in fiumi di parole e nell’ennesima narrazione tossica della giornata, volta ad esaltare il gesto come ‘un segno di pace’. Spicca, tra gli altri, un articolo dai toni nauseanti comparso su La Stampa: ecco che in breve il bacio sulla visiera diventa un’immagine-simbolo (di cosa?), un gesto che sospende ‘lo spavento e la paura’ che secondo l’autore regnavano nel corteo, mentre i due soggetti della foto si avvicinano ‘teneramente’.

In mancanza di presunti black bloc da sbattere in prima pagina, la narrazione distorta di una grande giornata di lotta decide così di far leva su quell’immagine, tutto viene ridotto ad un unico gesto isolato assurto ad immagine-simbolo e rappresentato dal mainstream in maniera totalmente avulsa dal contesto. Con un colpo di spugna scompaiono le migliaia di volti che hanno riempito la giornata di sabato, le loro voci, le loro rivendicazioni. Si tenta di ricalcare ancora una volta la retorica (sempre respinta dal movimento No Tav) dei buoni e cattivi, di una piazza fatta di ‘volti d’ira’ contrapposta ad una fatta di ‘gesti di pace’. Ma soprattutto, nelle narrazioni di Stampa e Repubblica scompare il conflitto, l’immagine del bacio diventa simbolo di una conciliazione che metterebbe manifestanti e poliziotti sullo stesso piano, con tanto di evocazioni sessantottine.

domenica 10 novembre 2013

SAVE ZEROVIOLENZADONNE.IT

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