Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

venerdì 16 novembre 2012

Verso il 25 Novembre: ai nostri posti ci troverete. Sempre.


Pubblichiamo il contributo che distribuiremo all'interno della due giorni 'Contro la violenza sulle donne e sulla terra' e in vista della giornata internazionale del 25 novembre...
la violenza sulle donne non è mai un fatto privato!
Laboratorio Sguardi Sui Generis

Sono diversi anni ormai che come studentesse, lavoratrici, precarie e non solo
scendiamo nelle strade e nelle piazze in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne; per far uscire allo scoperto e combattere le violenze e le brutalità che sempre più spesso si consumano su soggetti e corpi femminili e che vengono sistematicamente oscurate e/o ridotte a trafiletti di cronaca nera.
Violenze che vengono assunte come episodi ordinari di follia che cancellano qualsiasi traccia di responsabilità sociale, collettiva e culturale e che poco fanno riflettere e ragionare criticamente sul sistema che le produce, riducendole poi a dei meri episodi.
Basti ricordare l'omicidio di Carmela Petrucci, avvenuto circa una mese fa a Palermo, nel quale la ragazza è stata uccisa a coltellate dall'ex fidanzato nell'androne di casa sua. Omicidio che i media mainstream non hanno esitato a definire come ''passionale'', rimarcando questo aggettivo più e più volte senza invece analizzare quella che è una vera e propria tendenza maschile a considerare le donne come soggetti da discriminare e sottomettere.


Ma la nostra analisi si vuole anche soffermare su quei soprusi e su quelle aggressioni che partono direttamente dallo Stato stesso che, attraverso retoriche sessiste e campagne mediatiche, volgono a criminalizzare e delegittimare movimenti e lotte partecipati da donne. In queste descrizioni diffuse dai giornali la violenza viene infatti esibita e proposta attraverso immaginari sessisti e machisti che fissano stereotipi o dicotomie a dir poco spregevoli.
Soprattutto in Valsusa, e per quanto riguarda il movimento No Tav, intere pagine delle maggiori testate giornalistiche si prodigano in analisi, narrazioni e descrizioni delle ''vere'' donne della valle contrapposte alle giovani militanti troppo spesso educate malamente da cattivi maestri professionisti del disordine. Alle prime vengono comunque attribuiti ruoli di cura all'interno delle lotte (preparazione dei pranzi e delle cene, intrattenimento dei bambini..), mentre le seconde sono descritte come violente e degenerate, pronte a sostituirsi alla purezza delle donne valsusine.

Ancora una volta ci teniamo quindi a sottolineare e ribadire come le uniche armi per combattere queste violenze siano la lotta e la resistenza quotidiana, che ogni giorno mettiamo in atto contro i continui attacchi che ci vengono sferrati.
Contro gli immaginari sessisti e le retoriche di Stato, contro pratiche discriminanti e distorsioni di cronaca, ai nostri posti ci troverete. Sempre.

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