Oggi 12 febbraio abbiamo indetto una conferenza stampa , dettata dalla volontà di smentire la ricostruzione dell’occupazione di ieri della sede del Pdl a Torino apparsa oggi sulla maggior parte dei quotidiani nazionali.
Vogliamo prima di tutto prendere le distanze dalle accuse di aggressione a danno di un’ipotetica segretaria che, a detta dei militanti del Pdl, si trovava all’interno della sala. Le aggressioni ci sono state, ma tutte a danno nostro, tre di noi hanno infatti riportato lesioni, documentate dai referti del pronto soccorso.
Tra gli aggressori si è distinto Maurizio Marrone, candidato sindaco per la città di Torino alle prossime elezioni, che non ci ha risparmiato spintoni, calci e insulti mentre cercavamo di leggere un volantino ai presenti in sala. Tutto ciò è documentato in un video che la questura di Torino ha pensato bene di sequestrare all’uscita dallo stabile di corso Vittorio, con l’obiettivo di non divulgare immagini che avrebbero potuto mettere in cattiva luce il candidato sindaco, il noto Agostino Ghiglia e gli stessi agenti delle forze dell’ordine.
L’ennesima aggressione si è infatti verificata quando gli agenti della Digos, coadiuvati dal reparto antisommossa, hanno deciso di cacciarci dalla sala con calci, strattonamenti, insulti e minacce. Non contenti, non ci hanno permesso poi di lasciare il palazzo, sequestrandoci nell’androne per più di mezzora e, una volta terminata questa pratica, ci hanno fatto uscire per poi aggredirci nuovamente.
Quest’aggressione è terminata con il fermo di cinque di noi e documentata da un video visibile su internet all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=5cVJh8elcTk&feature=player_embedded.
Molto rilevante è il fatto che una delle ragazze fermate, addirittura accusata di resistenza aggravata e violenza privata, si trovava all’esterno del palazzo con i giornalisti e non ha quindi partecipato in alcun modo all’occupazione della sede.
Ci teniamo a sottolineare come l’occupazione del Pdl avesse come intento quello di chiedere la cacciata di Berlusconi e di quanti insieme a lui oggi hanno come orizzonte politico una gestione del potere che genera unicamente precarietà e sfruttamento, in questo contesto di crisi globale che questi stessi personaggi hanno contribuito a creare. L’auspicio è che tutti loro possano fare la stessa fine dell’ormai ex presidente egiziano Moubarak che, di fronte alla rabbia popolare, non ha avuto altra possibilità che scappare dal proprio paese.
Vogliamo rilanciare l’invito a partecipare alla manifestazione di domani 13 febbraio, all’interno dello spezzone critico creato da diverse realtà di movimento, che porterà in piazza un discorso forte contro la crisi, la precarietà del mondo del lavoro, la violenza contro le donne, le politiche razziste del governo e le opere inutili e dannose come la Tav.
Come donne rivendichiamo quotidianamente il nostro diritto all’autodeterminazione e vogliamo che questo 13 febbraio sia un giorno di lotta!
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