Per il lavoro...
In questa giornata di sciopero e di lotta siamo in piazza insieme ai migranti e alle migranti, per denunciare le forme di sfruttamento che colpiscono il loro lavoro. I fatti di Rosarno dello scorso anno sono ormai lontani dal clamore della cronaca, ma sappiamo che per moltissimi/e migranti le condizioni non sono cambiate. Al contrario, le leggi razziali in vigore nel nostro paese non fanno che peggiorare la situazione: con il ricatto della clandestinità non si fa che alimentare il lavoro nero e lo sfruttamento di uomini e donne ridotti/e a mera forza lavoro.
...Contro ogni ricatto
Anche là dove il lavoro migrante trova forme di regolarizzazione, ciò avviene, tuttavia, in forma ricattatoria. Questo è il caso delle/dei badanti, che – erogando lavoro di cura – sostituiscono le carenze di un sistema sanitario incapace di farsi carico dell'anzianità. Le/i badanti lavorano spesso in condizioni in cui non è possibile distinguere il tempo di lavoro dal tempo di vita, costrette/i a una disponibilità pressoché totale determinata dalla contiguità materiale con le famiglie presso cui lavorano. Vivere sotto lo stesso tetto del proprio datore di lavoro è come avere un “cerca-persone” sempre acceso e mai poter dire “no!”, di fatto una sorta di prigionia. Soprattutto come donne rifiutiamo che i costi sociali dell'invecchiamento e la cura dei corpi – giovani o vecchi – ricadano sulle migranti e sui migranti. Il lavoro di cura, che da sempre relega le donne nelle loro case e le priva di un riconoscimento salariale, non può essere scaricato su “altre” donne.
...Per la libertà di scelta e il diritto alla salute
Siamo con le migranti per difendere i consultori come spazi liberi, delle donne e per le donne. L'attuale amministrazione regionale ha varato una delibera (Delibera Ferrero) che prevede l'ingresso nei consultori dei volontari del Movimento per la vita (associazione cattolica integralista esplicitamente anti-abortista). Oltre alle pressioni psicologiche che i volontari del Movimento eserciterebbero su ogni donna, le migranti sarebbero costrette a mostrare la loro “regolarità” prima di poter accedere al servizio. Il diritto alla salute sarebbe così subordinato a pratiche poliziesche intollerabili, volte a disincentivare le migranti a usufruire delle cure e dell'assistenza che ritengono necessaria. Non accetteremo nessuna legge contro la libertà delle donne, migranti e non!
...Per denunciare la violenza subita da Joy e da molte donne come lei
Siamo in piazza per denunciare la violenza subita da Joy, ragazza nigeriana stuprata dall'ispettore di polizia Vittorio Adesso nel CIE milanese di Via Corelli. Una vicenda passata sotto silenzio e finita con l'assoluzione – intollerabile – dell'aggressore. La nostra rabbia oggi va diretta contro la violenza di genere che ogni giorno colpisce le migranti e contro quel sistema di diritto che, se neutro non lo è mai stato, oggi si mostra sempre più radicalmente etnicizzato.
… Contro il razzismo e CIE
Un diritto etnicizzato che concepisce come legittima la “detenzione amministrativa” all'interno dei CIE. Moderni campi di concentramento nascosti dietro a una sigla burocratica e sponsorizzati da una retorica razzista. Di questa retorica respingiamo ogni singola parola o espressione e – in primis – tutte quelle spese per costruire l'immagine dello straniero pericoloso, del potenziale stupratore. Sappiamo bene che la violenza di genere si consuma nella maggior parte dei casi tra le mura di casa e che non ha provenienza geografica. Non permetteremo mai che i nostri corpi e le nostre vite vengano strumentalizzate per una campagna d'odio contro i migranti. Siamo qui anche per questo!
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