Questo è un 8 marzo particolare per noi donne che viviamo in Piemonte.
I tagli alla sanità, ai servizi e agli asili, le proposte di legge che promuovono l’ingresso degli antiabortisti nei consultori pubblici, la controriforma del mercato del lavoro che aumenta la precarietà e annulla i diritti, lo spreco di risorse pubbliche per grandi opere inutili e dannose alla popolazione. In tutto il paese si stanno moltiplicando una serie di interventi legislativi che mettono sotto attacco l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne. La proposta di legge regionale 160, oltre ad imporre la presenza dei movimenti antiabortisti nei consultori, prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro per un “Fondo per la vita” per le donne che decidono di non abortire, senza ipotizzare azioni di sostegno reale alla maternità liberamente scelta. Per noi donne, un ricatto inaccettabile!
Tagliano e privatizzano i servizi pubblici e insieme le nostre condizioni di lavoro e di vita peggiorano sempre più. Tutto questo ci costringe alla finta scelta di rimanere a casa per svolgere lavori di cura, sopperendo ad un welfare evanescente e in via d’estinzione. Si fa del denaro pubblico uno strumento irresponsabile di persuasione e non di sostegno ed emancipazione. Non si tiene conto delle reali condizioni materiali delle donne: dai disagi nel mercato del lavoro, nella famiglia, ai problemi di violenza e di discriminazione, ancora pane quotidiano di questo paese. Guadagnamo di meno, siamo sempre più precarie e la crisi che sta investendo l’intero sistema ci colpisce in maniera brutale e violenta al lavoro come a casa.
Violenza del sistema e violenza sulle donne sono due facce della stessa medaglia. E il prezzo che noi paghiamo è sempre doppio!
Noi a casa non ci torniamo! Rivendichiamo ovunque il nostro diritto all’autodeterminazione e a decidere sulle nostre esistenze e sui nostri corpi. Come le donne NoTav, che da anni lottano e difendono il loro territorio, scendiamo in strada e riprendiamoci la nostra vita.
Assemblea per l'8 Marzo.
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