Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

sabato 27 novembre 2010

CONTRO UN GOVERNATORE RAZZISTA E OMOFOBO, SOGGETTI LIBERI E AUTODETERMINATI!

A febbraio, con l’elezione del governatore Cota, il Piemonte ha immediatamente ricevuto “in regalo” il
famigerato “Patto per la vita e la famiglia” firmato dal suddetto leghista e che fa della lotta alla libertà di scelta
degli individui, in particolare donne, gay, lesbiche, transgender e migranti, la sua crociata personale. Sei
punti le cui parole chiave sono VITA e FAMIGLIA, ovviamente presentate da un punto di vista meramente
cattolico. La vita da difendere è quella dell’embrione non ancora formato e dei bambini a patto che siano
nati da una famiglia monogamica ed eterosessuale, fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna. E
gli/le altri/e? La vita della donna in quanto donna e non per forza in quanto madre passa completamente
in secondo piano. Più soldi ai movimenti cattolici antiabortisti e totale messa in discussione della libertà
d’aborto attraverso l’approvazione della delibera firmata Caterina Ferrero che sancisce l'ingresso nei
consultori pubblici piemontesi del “Movimento per la vita” e che costituisce un grave attacco frontale al
diritto all’autodeterminazione delle donne. Per quanto riguarda gay, lesbiche e transgender, Cota respinge
vigorosamente i loro diritti e non riconosce la loro libertà di scelta in campo sessuale. Anzi, pare proprio non
voler riconoscere essi/e stessi/e in quanto tali e non appartenenti al modello unico previsto.

E i migranti? Beh, Cota non poteva certo esimersi dal pronunciarsi rispetto a uno dei temi che più stanno a
cuore alla Lega, ovvero la loro espulsione. Qui tutto si gioca nella fondamentale distinzione tra buoni (e qui
rientrano soprattutto donne –intese come badanti- mamme e bambini) e cattivi (il gruppo più numeroso).
Ovviamente per questi ultimi è previsto il rimpatrio, non prima di un “soggiorno” nei CIE, un carcere a tutti gli
effetti.

Anche in materia di istruzione Cota non risparmia sorprese. Per le famiglie che sceglieranno le scuole
cattoliche si promettono bonus e rimborsi, mentre per gli studenti e le studentesse delle superiori e delle
università pubbliche, che già si ritrovano ogni giorno a doversi confrontare con il degradante effetto della
Riforma Gelmini, si prevedono ulteriori tagli alle borse Edisu.

Insomma pare proprio che per Cota esistano vite (o pseudo-vite) di serie A che vanno sostenute con tutte le
forze (e i soldi) e vite di serie B immeritevoli di qualsiasi supporto o addirittura indegne per definizione.
Molti corpi diventano dei veri e propri “corpi del reato” da normare o “prendere in carico”, da recludere o
espellere.
La morsa per il controllo dei soggetti si fa sempre più stretta e tagliente. In nome della difesa dei corpi delle
donne i legislatori emendano pacchetti sicurezza scagliandosi indistintamente contro tutti i migranti. Le donne
sanno bene che la violenza di genere non ha passaporto e che il più delle volte avviene proprio all’interno
delle mura di casa, proprio in quella sacra famiglia eterosessuale e monogamica in cui Cota e Chiesa
vorrebbero ingabbiare tutti i soggetti.

Anche oggi siamo qui per ribadire a Cota –ma anche a tanti altri- che non permetteremo mai l’imporsi di
una cultura profondamente razzista che cancella le nostre differenze, che non ci rispetta e che pretende
l’adeguamento di tutti/e ad una sola morale, che racchiude in sé principi appartenenti al fondamentalismo
cattolico della peggior specie affiancati ai sentimenti più spregevoli quali razzismo, xenofobia e omofobia e
una rabbiosa intolleranza di fondo che si scatena contro chi non è omologabile al modello unico previsto.

REAGIRE E RIAFFERMARE IL NOSTRO DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DEVE ESSERE LA
NOSTRA PRIORITA’!

Assemblea per l’autodetermin-azione

autodetermin.azione@gmail.com

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