Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

giovedì 21 luglio 2011

Cota ci riprova. In vista per lui un altro fallimento!

Non è trascorsa nemmeno una settimana dalla sentenza del TAR di Torino (http://sguardisuigeneris.blogspot.com/2011/07/la-vittoria-delle-donne-respinto-il.html) che finalmente accoglieva il ricorso presentato da alcune donne torinesi in merito alla Delibera Ferrero, e già ci troviamo ad aver a che fare con nuove manovre del leghista e fervente baciapile di Cota.

La prima sentenza aveva respinto la legittimità del provvedimento amministrativo chiamato "Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l'interruzione volontaria di gravidanza", che prevedeva l'ingresso dei fondamentalisti cattolici antiabortisti nei consultori, negando palesemente la possibilità, per le donne, di usufruire dei consultori come luogo di scelta consapevole ed autodeterminata sulla propria vita e sulla scelta di maternità.

Il provvedimento in questione, pensato apposta per il Movimento per la Vita, è stato giudicato incostituzionale dal Tribunale Amministrativo in quanto «prevede la possibilità di ammettere alle convenzioni con le ASL unicamente le associazioni che possiedano nel proprio statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento”», discriminando in maniera arbitraria la composizione dei soggetti e delle associazioni che possono entrare nelle strutture sanitarie.

I consultori sono stati una conquista del movimento delle donne, pensata per sostenere e accompagnare, non per imporre una morale e sovradeterminare le decisioni sulla maternità; sono strutture nate dalle lotte, passando attraverso occupazioni, e non è tollerabile la presenza, in questi luoghi, di chi, ben addestrato a fare il lavaggio del cervello, vuole decidere per loro.

Non trascorrono nemmeno 48 ore dalla sentenza che le agezie di stampa riferiscono di una nuove Delibera, con lo stesso nome, approvata in fretta e furia aggiungendo solo ai requisiti: «presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato: in assenza del presente requisito soggettivo, è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alle donne ed alla famiglia»
Le promesse che Cota ha fatto in campagna elettorale (il Patto per la Vita e per la Famiglia) devono essere davvero importanti per lui, o meglio, devono essere importanti gli interessi che si muovono dietro queste manovre, se si è premurato, in un momento di scandali e problemi economici per la sua giunta, di approvare una nuova delibera, che finge di adeguarsi alle osservazioni sollevate dalla sentenza del TAR.

Con un'arroganza senza ritegno, il governatore crede di poter aggirare le azioni che le donne hanno portato avanti in questi mesi per combattere le sue asservite delibere.

Non deve dimenticare che il ricorso in tribunale è stato solo uno dei capitoli di una lotta che ci ha visto tutte impegnate, con modalità varie, a contrastare le manovre di potere sul corpo delle donne. Sono state moltissime le azioni, i momenti di contestazione, i volantinaggi informativi e le assemblee che ci hanno visto mettere in atto un'opposizione reale in questi mesi, e questo goffo tentativo di aggirare una sentenza non ci scoraggia nè ci impone di abbandonare la battaglia, anzi. L'affanno con cui questa giunta cerca di mettere una pezza a colpi di provvedimenti alimenta la determinazione e la convinzione che si stia giocando una battaglia fondamentale, sulla quale non cederemo e nella quale continueremo ad impegnarci, con tutti gli strumenti che abbiamo a dispozione.

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