La seconda giornata del Feminist Blog Camp giunge al termine. È stato un finesettimana intenso, ricco di workshop e dibattiti, di autoformazione e momenti di socialità. Domani pomeriggio la plenaria concluderà il programma della tre giorni. Nel frattempo - fra un reading rigorosamente, anzi “ferocemente” femminista e gli ultimi turni di autogestione in cucina - proviamo a tracciare un breve resoconto di questi due giorni di percorso politico e collettivo.
Il programma è cominciato ieri mattina con una conferenza d'apertura condotta da Femminismo a Sud e Sguardi sui Generis. È stato presentato il camp, il modo in cui si è sviluppata l'esigenza di questo incontro di corpi, pratiche e saperi a partire dalla rete delle relazioni politiche che ogni giorno intrecciamo e agiamo sul web. Dalla prima ideazione da parte di Femminismo a Sud, fino alla sua messa in opera, passando attraverso l'adozione di questo progetto da parte del nostro collettivo e del centro sociale Askatasuna, è stato tracciato l'itinerario di quella densa attività progettuale/relazionale che ha visto coinvolti più di 100 fra blog e collettivi per rendere possibile questo incontro.
Da allora si sono susseguiti gli arrivi, i pranzi e le cene autogestiti, i momenti di condivisione di pratiche e saperi, disegnando i contorni di un densissimo intreccio politico e relazionale. Un intreccio che, nella concreta confluenza di soggetti, tecnologia e prospettive politiche, apre un nuovo spazio di discorso e ampio respiro ai temi che agiamo quotidianamente nel mediattivismo e nelle lotte, confermandoci nella necessità di un approccio trasversale che valorizzi le pratiche femministe nella loro capacità di intersecarsi e dialogare, che si allarghi alla nostra presenza nelle lotte e nelle rivendicazioni dei movimenti. Nella convinzione che, da un lato, gli attacchi che si stanno dando all'autodeterminazione delle donne siano trasversali, come dimostrato dalle analogie fra i percorsi di legge che in molte regioni minano l'autodeterminazione in tema di maternità; dall'altro che le pratiche di genere non possano che dialogare con le istanze politiche e costituenti che si stanno dando in movimenti sociali sempre più ampi, aggregatisi sotto la parola d'ordine di “Noi la crisi non la paghiamo”. Di qui i confronti e le discussioni su temi quali la precarietà e il welfare, l'antisessismo nei movimenti, le pratiche conflittuali messe in campo dai percorsi di genere, i meccanismi di valorizzazione economica delle reti relazionali nel web.
Un evento che dunque supera ogni nostra aspettativa in termini di entusiasmo e partecipazione, che costituisce una ricchezza inestimabile per condivisione, riappropriazione di spazi e saperi e socialità sempre politica. Nella speranza che la plenaria di domani possa aprirci alla prosecuzione di questo percorso comune, chiudiamo invitandovi tutt* a continuare a partecipare numeros* e rimandando alla puntata di Interferenze di domani, sulle libere frequenze di Radio Blackout, per gli ultimi aggiornamenti.
Esperienza bellissima, un incontro tra donne attive, creative, con tanta voglia di fare! E' questa la strada giusta per cambiare la cultura di questo paese! Grazie a tutte e tutti e speriamo che possa diventare un appuntamento annuale:) Ilaria
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