Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

giovedì 12 gennaio 2012

...Ma allora c'è la storia...

"Quindi, lo spirito dei nostri e quello della brigata nera...la stessa cosa?"
"La stessa cosa, intendi cosa voglio dire, ma tutto il contrario. Perché qui si è nel giusto, lì nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena. Quel peso di male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto.
 Ma allora c'è la storia. C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? Uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi.
L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero. [...] Io credo che il nostro lavoro politico sia anche questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo”

[Da “Il sentiero dei nidi di ragno”, Italo Calvino]


Nei giorni successivi all’aggressione fascista di Firenze in cui Samb Modou e Diop Mor sono rimasti uccisi e diversi altri senegalesi feriti, abbiamo assistito ad un grande dibattito mediatico in cui sociologi, opinionisti e personaggi del mondo dello spettacolo hanno speso fiumi di parole sull’accaduto e sull’esistenza di gruppi come Casa Pound.
Di fronte alla gravità di episodi di questo tipo non possiamo non pensare al processo di sdoganamento di cui hanno beneficiato personaggi dichiaratamente fascisti, seppur del terzo millennio, come quelli di Casa Pound. Questo grazie a retoriche pericolosamente revisioniste che negli anni hanno tentato di veicolare una facile fascinazione verso la loro esistenza e le loro attività: in particolar modo quelle a presunto carattere “sociale”.

Questo tipo di discorsi si muove tendenzialmente su due piani: un primo, secondo cui, in nome di una ‘democrazia tout court, è giusto che tutti e tutte abbiano la possibilità di diffondere il proprio pensiero, anche quando si tratta delle idee di chi non fa mistero di definirsi ‘fascista del terzo millennio’ e va in giro ad aggredire migranti, omosessuali, prostitute...Forse anche questo rientra nella libertà di azione di ognuno?
Solo pochi giorni fa, ad esempio, in provincia di Ancona, alcune sex workers sono state aggredite con estintori e taniche di benzina al grido di ‘Viva il Duce’ e questo è purtroppo solo l'ultimo di una lunghissima serie di aggressioni.

Il secondo piano consiste invece nel tentativo di ripulire l'immagine di questi personaggi, presentandoli come impegnati socialmente e difendendo le campagne che portano avanti; una tendenza che, soprattutto negli ambienti di una certa sinistra, sembra essere addirittura chic!
Come se non bastasse questi gruppuscoli cercano di appropriarsi continuamente, in maniera strumentale, di pratiche e parole d’ordine altre, oltre che dell'immagine di personaggio famosi come Rino Gaetano, o di celebri fumetti, con lo scopo di creare un immaginario trendy, che possa essere accattivante per i/le giovani. Anche in questo molti giornali e opinionisti della cosiddetta sinistra, per il semplice gusto di esser provocatori, spesso fanno il loro gioco, facendo loro pubblicità e mostrandone un'immagine che non sarebbe poi così diversa da chi sta dall'altra parte...ma attenzione... Allora c'è la storia. C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Noi questo lo sappiamo bene!

Retoriche di questo tipo, e la presunta ed ambigua neutralità da cui muovono, sono assolutamente pericolose e inaccettabili perché aprono la strada a pericolosi revisionismi e creano spazi di agibilità ai vari gruppi neofascisti, portando con sé diverse conseguenze.

Non solo le aggressioni di cui abbiamo avuto esempio nelle ultime settimane, ma anche il fatto che diversi personaggi che si sono fatti le ossa in vari gruppuscoli neofascisti hanno oggi raggiunto cariche istituzionali dall’alto delle quali portano avanti politiche reazionarie.
E’ il caso, fra gli altri, di Augusta Montaruli, ex esponente della lista universitaria FUAN e ora consigliere regionale piemontese, la quale ha recentemente stilato un’agghiacciante proposta di legge per la riforma dei consultori, definendoli come luoghi in cui si compie una scelta obbligata per assenza di alternative.
Tale riforma azzera il diritto all'autodeterminazione di ciascuna donna imponendo la presenza del movimento per la vita all'interno dei consultori ed ostacolando in ogni modo la scelta dell’aborto.

Crediamo sia più che mai necessario rivendicare un antifascismo che non sia mera retorica ma che sia pratica quotidiana e militante, quella stessa che il partigiano torinese Lino, recentemente scomparso, non si stancava di incoraggiare in tutti e tutte noi con la sua testimonianza e con l’appoggio alle iniziative di resistenza che fino all’ultimo giorno ha portato avanti con noi, come esempio per noi!

Consapevoli che sempre c'è la storia...Laboratorio Sguardi Sui Generis

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