Alle ore 18 é previsto il dibattito Sguardi sulla Precarietà con discussione a partire dal libro di Cristina Morini " "Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo " e biografie precarie a cura di: Laboratorio Sguardi sui generis, Collettivo Fuxia Block, Collettivo Anillo de Fuego, Collettivo Goghi & Goghi.
A questo proposito consigliamo di visitare i post http://sguardisuigeneris.blogspot.com/2011/05/sguardi-sulla-precarieta-dibattito.html, http://sguardisuigeneris.blogspot.com/2011/04/la-precarieta-e-un-elemento.html, http://sguardisuigeneris.blogspot.com/2011/04/la-precarieta-e-un-elemento.html.
Alle ore 21 andrà in scena lo spettacolo teatrale “DIVISE”, scritto e diretto da Ila Covolan con Mara Pieri.
"Divise" è uno spettacolo sul lavoro. Sul genere e sul lavoro. "Divise" è un viaggio dentro frammenti di immagini, collage di luoghi comuni e meno comuni, su uomini, donne e soggettività al lavoro.
Su un palco sommerso da immacolati rotoli di carta igienica bianca, che si trasformano in scale, torri, sedie, pesi, materassi, si snodano e si intrecciano spaccati di realtà lavorative delle più diverse. Uno spettacolo su donne che lavorano ma non sono pagate, su donne che vengono sfruttate, su uomini che non si addomesticano alla maschilità egemonica, su donne che si ribellano e su uomini in transizione, su donne barbute che sono adatte per il marketing, sul razzismo introiettato, sui giochi di potere, sulla retorica della sicurezza, sulla meschinità del precariato.
"Divise" è uno spaccato crudo, tagliente, cinico, sull'ambiguità che il concetto di lavoro ha assunto nel contemporaneo, sugli attimi in cui il concetto di lavoro si stacca da quello di autodeterminazione, da quello di reddito, e diventa un universo in cui la sicurezza è un fatto personale, e il controllo è determinante per combattere la crisi.
Un solo corpo in scena, in transizione continua tra i generi e le identità; poche parole, a dipingere squarci di realtà tenera e violenta; azioni sceniche che costruiscono e abbozzano immagini che a poco a poco si distruggono, si trasformano.
Brevi, intensi frammenti di storie che si intrecciano, con la scomoda consapevolezza che il controllo sui corpi è sempre vigile, e si fa oppressivo quando essi si rifiutano di incarnare le costruzioni culturali di genere.
Per maggiori info sul festival e sullo spettacolo consigliamo i seguenti link
Laboratorio Sguardi sui Generis
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