Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

domenica 28 ottobre 2012

Perversioni, pinkwashing


Riflessioni dal margine di un paese cattolicamente politically correct.

Solitamente sono i fatti di cronaca omofoba, o peggio ancora di cronaca nera, che in Italia fanno emergere "discussione" sulle "presenze scomode" di persone lgbt, altrimenti relegate in una comoda invisibilità.
Questa settimana prendiamo spunto dall'attacco, ad opera di Forza Nuova, nei confronti di un festival e del circolo Arcigay che lo ospita, per poter osservare meglio la gamma di reazioni a destra e manca che sono seguite al fatto. (Qui l'articolo di Repubblica Bologna)
Il Cassero ha guadagnato negli anni un posto di primo piano nella produzione di discussione politica e di immaginario lgbt in Italia.
Lo spunto, per i fascistelli, che non si smentiscono quanto ad infamia (lo striscione appeso nella notte, il comunicato stampa su Facebook dal notevole livello di demenza), è l'apertura del festival Gender Bender.

La ‘solidarietà’:
Al di là dei ben più importati e significativi comunicati di solidarietà che arrivano dalla sfera del movimento lgbt, femminista ed in generale da tutti coloro che fanno politica in quella maniera che non prevede poltrone e politically correct giornalistico, ci sembra interessante dare spazio ad un'analisi sulle parole e sulle esternazioni del mondo istituzionale, con tutto il suo portato di omofobia (ma anche lesbofobia e transfobia).
Il sindaco di Bologna, parlando dello striscione, dice: "qualifica chi l’ha ideato come omofobo e antidemocratico, concetti estranei alla nostra cultura".
Se a qualcuno la frase può suonare tutto sommato valida espressione di solidarietà, è allora necessario raccontare come l'omofobia non possa essere considerata un concetto "estraneo alla cultura", e che invece dichiararlo rimuove la realtà quotidiana dei diritti negati, di una serie decisamente lunga di aggressioni, per non parlare dei morti ammazzati, che non sono affatto diminuiti negli ultimi anni. Ma bastano le esternazioni dei suoi colleghi a dimostrare quanta internità ci sia nell'omofobia, in questa occasione come in molti momenti.

Anche Raffaele Donini, segretario Pd di Bologna, e Stefano Caliandro, presidente del Consiglio provinciale, si uniscono al coro, dipingendo un bel racconto di "estreneità ai fatti" e di una Bologna "tollerante e includente" delle diversità.
Sergio Lo Giudiuce, capogruppo Pd in Comune e presidente onorario di Arcigay, dichiara: "il gesto è degno del peggiore squadrismo fascista". Data la frequenza con cui nel PD si dà dello squadrista a qualcuno, non possiamo che soppesare la dichiarazione, per quanto in questo caso azzeccata.
Per dare qualche nota di colore al circo delle dichiarazioni stampa, vi segnaliamo questa dell'ex ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna: 'Le provocazioni sono sempre odiose, se sono violente e insultanti come quella messa in atto contro il Cassero risultano ancora più inaccettabili. Episodi di intolleranza come questo devono farci riflettere sui passi, decisivi, che il nostro Paese può e deve ancora fare per potersi definire veramente moderno e inclusivo, un'Italia dove tutti vengano realmente considerati uguali’.
Verrebbe da ridere per la capacità di questo comunicato di non condannare proprio nessuno, se non si conoscessero le politiche distruttive delle libertà di scelta e inclusive solo di chi partecipa alla cara famiglia eterosessuale monogamica procreativa firmata Mara Carfagna.
Continuiamo con le esternazioni, sicuramente non richieste, da parte di esponenti della Lega: ‘Condanno senza se e senza ma il gesto di Forza Nuova a danno dei gay’, scrive il leghista Manes Bernardini. ‘Non concordo con molte loro richieste, come il matrimonio o la richiesta di adozione di bambini, ma difenderò sempre la dignità dell'essere umano, in qualunque modo si manifesti. La libertà di essere è un valore che va difeso e che difenderò sempre’.
Chiaro è che per Bermardini le lesbiche e i/le trasgender non esistono, e che i/le migranti non sono contemplati nella categoria "essere umano", che loro di dignità non sono degni. Verrebbe da chiedergli se un migrante gay rientra in una categoria o nell'altra, ma veramente ci stupiamo già di una frase grammaticalmente corretta di più di cinque parole.
Anche Enzo Raisi, Fli Emilia, esprime solidarietà "ai gay bolognesi". Ancora lì, lesbiche e trasgender spariscono dalla scena con un magico colpo di spugna di ignoranza ed autentica omo/lesbo/trans-fobia.
Il meglio arriva dall'Udc, e ve lo regaliamo a testo integrale, perchè il delirio intrinseco non ha bisogno di essere spiegato: "Anche dalla comunità Lgbt attacchi che non aiutano il confronto", dice il consigliere regionale dell'Udc Silvia Noè. "E’ comprensibile l’indignazione della comunità Lgbt di Bologna che oggi ha subito un gesto vile e violento, che merita una ferma condanna. Queste inutili provocazioni, che hanno troppo spesso una matrice strumentale, non fanno altro che agitare gli animi. E’ in questo clima di scontro che vogliamo cercare di risolvere i problemi del nostro paese? Purtroppo, a volte, anche il mondo Lgbt si è reso protagonista di attacchi che non aiutano un sano confronto. Davanti all’emergenza lavoro e al progressivo impoverimento dell’Italia, è arrivato il momento per tutti, istituzioni e movimenti politici, di abbassare i toni e di cercare il dialogo per risolvere i conflitti".
All'Udc tutta, auguriamo un futuro ricco di conflitti, da tutti i lati. Oppure consigliamo di espatriare al più presto, per la felicità di tutt*.

Qualcuno vorrebbe tirare fuori contenuti da Forza Nuova. A proposito di Pinkwashing:
Detto questo, il comunicato di FN è ricco di contenuti fascisti ed omofobi, ma in rete lo stupore ha puntato su questo passaggio: tra i finanziatori del festival Gender Bender figura anche l'ambasciata di Israele.
Non è una cosa nascosta né una scoperta di FN, l'informazione si può trovare nel sito ufficiale del festival.
Che Israele infili soldi (sporchi del sangue di migliaia di palestinesi) nelle tasche di chi può dargli una visibilità da "baluardo dei diritti lgbt nel medio-oriente barbaro", si sa da tempo. Si chiama pinkwashing, tutti i paesi occidentali si prestano al giochino con molta disponibilità.
Il Cassero fa parte di ArciGay, che da anni oscilla in questa direzione (Qui una notizia riferita al 2005 su Israele e Iran, giusto per dare un esempio, ma anche Qui per un commento del presidente nazionale di Arcigay sul "rischio diritti" dato dalle primavere arabe, in cui si elogia l'accoglienza di Israele), ma non sono i soli e non fanno solo questo. Anche Pisapia quando ha parlato di unioni civili diceva "Milano come Tel Aviv", paragone decisamente agghiacciante per chi ha un'immagine consapevole della Palestina.
Arcigay si è anche prestata allo sdoganamento dell'omonazionalismo (chiave locale del pinkwashing, molto in voga in alcuni "civili" paesi del nord Europa), fino a qualche tempo fa sconosciuto nella cattolica Italia, primi e speriamo non seguiti, con le campagne pubblicitarie contro l'omofobia e lesbofobia in chiave nazionalistica.
Si tratta di posizioni contestabili, e si può anche ragionare e criticare il fatto che al festival in questione partecipi un'artista israeliana (Yasmeen Godder, coreografa).
Queste riflessioni però non cambiano la sostanza del comunicato di FN, dove viene invocato l'intervento delle autorità ecclesiastiche "sempre attente a non urtare la suscettibilità delle comunità ebraiche e dei suoi esponenti , a chiedersi perché l’ambasciata d’Israele abbia ufficialmente appoggiato questa kermesse che offende il sentimento religioso e rappresenta una vera e propria provocazione al mondo cattolico."
Insomma, FN non sta operando un'azione di svelamento di pinkwashing israeliano, poco gli importa di Israele se non delle relazioni che le comunità ebraiche italiane hanno con la Chiesa.
Ma anche se avessero espresso legami con la situazione palestinese, non si può utilizzare un'azione intimidatoria di un partito fascista per muovere critiche alle scelte finanziarie del Cassero e di Arcigay.
La consapevolezza necessaria a riconoscere ed evitare tentativi "inclusivi" e normalizzanti delle soggettività lgbt, come quelli operati attraverso gli immaginari omonazionalisti, passa attraverso la critica al sistema capitalista, cattolico e sessista, non certo attraverso i comunicati di FN.

Per concludere la riflessione, riportiamo il comunicato di solidarietà del collettivo Smaschieramenti di Bologna:

Prendiamoci cura delle nostre perversioni
Lo striscione di Forza Nuova “Le perversioni vanno curate“ è un attacco a tutte noi che ogni giorno allegramente ci ribelliamo “agli schemi tradizionali maschio/femmina”.
Un attacco che proviene da un formazione politica che non è semplicemente portatrice di “ignoranza” e “inciviltà”, ma che èespressione di logore culture fasciste che continuamente cercano di sdoganarsi come opinioni tra le altre, quando invece andrebbero respinte senza appello dalle persone LGBTIQ, da tutta la cittadinanza e dalle istituzioni.
Per quanto grottesco e antiquato, il fastidio dei fascisti di fronte all’affermarsi di forme molteplici e complesse di sessualità, piaceri e transiti tra i generi non è una patologia, così come non lo è la violenza contro donne, lesbiche, gay, trans. Si tratta invece della parte più visibile ed estrema della cultura patriarcale e machista che ci circonda e che ogni giorno combattiamo.
Eppure c’è una verità racchiusa nello slogan usato dai forzanovisti e nel loro rispolverare la categoria “freudista” di perversione. Le perversioni vanno curate, ma non in senso patologico, come vorrebbero farci credere un manipolo di ciarlatani, sedicenti psicologi e cattolici integralisti. Vanno curate nel senso che bisogna prendersi “cura di sè”, coltivare le proprie perversioni, aiutarle a crescere e a dispiegarsi, perchè sono costitutive della sessualità, dell’eterosessualità come dell’omosessualità e di tutte le posizioni di desiderio.
Coraggio, ancora uno sforzo e anche “I tre saggi sulla sessualità” di Freud potrebbero entrare nella cul-tura – del resto, la cultura è sempre incarnata in un corpo – di questi inconsapevoli fans di Gender Bender, che puntualmente si ripresentano a ogni edizione in cerca del piacere perverso della visibilità.
Laboratorio Smaschieramenti/antagonismogay

(da Infoaut.org)

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